Sarah Records: ecco il tributo italiano

Il 23 novembre esce per Lady Sometimes Records e Gusville Dischi Some Sort of Secret Sign – A Tribute to Sarah Records, tributo alla mitica etichetta indie pop inglese attiva tra il 1987 e il 1995.

Some Sort of Secret Sign – A Tribute to Sarah Records

Lady Sometimes Records/Gusville Dischi

1. Ladroga – C is the Heavenly option (Heavenly cover) 03:31
2. Black Tail – Sunflower (Springfields cover)
3. Dull Company Myself – Holy Head (The Wake cover)
4. Tirrenian feat. le Tute – Pristine Christine (Sea Urchins cover) 02:03
5. Real Beauties – I’m in love with a girl who doesn’t know I exist (Another Sunny Day cover)
6. Valentina & the Chilly Willies – Emma’s house (Field Mice cover)
7. True Sleeper – Bittersweet kiss (Gentle Despite cover)
8. Salah El Din – Gunnersbury Park (The Hit Parade cover)

Così il comunicato stampa: “Agli occhi – e alle orecchie – di molti, un’etichetta come la Sarah Records risulterà forse poco attraente: gestita da Clare Wadd e Matt Haynes nel loro Garden Flat di Bristol, verso la fine degli anni ‘80, fu un’esperienza discografica nata nella fredda provincia inglese e, con qualche ambizione e zero compromessi, orientata su generi decisamente poco hype trent’anni fa.

Figuriamoci adesso. Nel loro mondo, niente droghe fotoniche, risse selvagge, party pazzi o scandali. Insomma nel 2018, nel pieno dell’era di condivisione istantanea di massa, dove tutti aspirano ai propri 15 secondi di celebrità, tags e likes, l’epopea di un’etichetta misconosciuta che realizzava dischi e fanzine fatte a mano solo per il semplice gusto di farlo, potrebbe sembrare anacronistica e incomprensibilmente fine a se stessa – questo almeno all’ascoltatore medio più giovane, che nel 1987 era ancora distante dall’essere concepito. E allora perché mai farne un tributo oggi?

Una dichiarazione d’intenti, se non addirittura una dichiarazione d’amore. Perché non c’è stata label più fiera della propria libertà e delle proprie idee, in grado di riunire attitudine diversamente pop ad attivismo DIY di stampo punk, critico e agguerrito. L’unico posto dove il romanticismo incondizionato di una canzone poteva accompagnarsi a un manifesto politico femminista o anticapitalista, era solo tra le braccia della Sarah”.

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