Recensione: Boj & The Good People, “PlayBoj”

Si chiama Playboj il nuovo album di Boj & The Good People: il progetto musicale è composto dalla cantante di origine serba Bojana Krunic, nota per la sua partecipazione al programma televisivo di Rai 2 The Voice, affiancata dal vivo e in studio da una band di musicisti: Christian Curcio (chitarra, bouzouki), Chris Costa (basso) e Simone “Momo” Riva (batteria, sampling pad, chitarra).

Boj traccia per traccia
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E’ sufficiente la prima traccia, Playboj, per ottenere le coordinate in cui ci si trova: i riferimenti sono principalmente 80s con tratti di funky e di soul, ma del versante più acido, come se la pioggia purpurea di Prince non fosse mai cessata del tutto. Più soffici i ritmi di Stay Away, che preme sui fiati e sul basso per organizzare un groove piuttosto concreto.

A Reason 2 Love U prosegue su toni morbidi, fidando ancora una volta sui fiati ma anche su accenni di sonorità più “allargate”. Spread your wings and fly, con Keith Anderson, al contrario assume proporzioni di ballata molto tradizionale.

Control invece delinea un percorso molto più accidentato e vivo, con la musica soul e gli anni 70 in bella evidenza in qualità di totem. Nisi Sam cambia stringe qualche vite e offre un intermezzo veloce e tutto ritmo. Si rallenta un po’ con Sexy as Hell, mentre si torna a correre e ballare con Smile, che mette in luce le qualità della voce di Boj.

Boom Boom Black si traveste da canzone acustica, portando dimensioni differenti, anche se il procedere del brano torna a vestirsi di velluto funk.

Il disco si chiude con le note, determinate e decise, di Let Us Be Loving, che sfocia in sonorità da anthem rock a pieno titolo. Hot Times si apre con il sax di Eric Leeds (collaboratore non a caso proprio di Prince) e poi vede il ritmo calare e poi ripartire più volte.

Un buon disco, ricco di colori e di prospettive, con qualità pop che però non nascondo né talento né creatività. Meglio, nel complesso, le canzoni in cui la velocità è un po’ più alta, rispetto a quelle più soft.

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