Fra le protagoniste dell’edizione di quest’anno del Lilith Festival, evento genovese dedicato alla musica d’autrice, c’è Giulia Mei, che insieme a Beatrice Antolini, con l’apertura di Mare, sarà al centro della serata di venerdì 25 luglio.
X Factor, Bandiera, l’ultimo album Io della musica non ci ho capito niente sono le ultime tappe per la cantautrice siciliana, che dopo una gavetta piuttosto estesa sta iniziando a riscuotere un meritato successo, confermato da un tour che la sta portando in tutta Italia.
Partiamo dalla tua data genovese: vorrei sapere quali sono le tue aspettative per questa serata.
Certo, le mie aspettative sono alte, ma perché conosco le organizzatrici che sono cantautrici con cui ci siamo incrociate: sono persone che conosco, che credono molto nella musica d’autrice. Conosco bene il festival, poi avrò la possibilità di vedere il palco con un’artista fantastica, Beatrice Antolini, ci sarà anche Mare, è bello perché è un festival dove c’è una condivisione molto bella. Il line-up di autrici, cantautrici e compositrici offre anche la possibilità di fare dei bellissimi incontri, ecco.
Visto comunque che il panorama dei festival in particolare, comunque della musica dal vivo è molto spesso, diciamo, “dispari”, pensi che eventi come Lilith dedicati alla musica d’autrice abbiano una funzione importante?
Sicuramente sì, diciamo che ultimamente, in generale, nei festival si accolgono anche autrici donne, c’è un’apertura, finalmente, anche alle autrici donne e alle compositrici donne. Il Lilith da anni si è impegnato sempre per portare alla luce anche progetti indipendenti, anche poco conosciuti, quindi portandoli anche a un pubblico più vasto.
Ci permette anche di conoscere delle realtà femminili che in qualche modo non avevano lo spazio che meritavano, quindi in questo senso continua a fare un lavoro bellissimo ed è, infatti, un festival che anno dopo anno è molto apprezzato.
Volevo sapere se ci sarà qualche sorpresa in scaletta, eventualmente, proprio per quella serata.
Allora, non sono previsti degli ospiti per la serata, faremo il nostro live che però, insomma, a modo suo è pieno di sorprese. Saremo in band col trio ed è un live che comunque ha tanti momenti: alcuni un po’ più folli, altri un po’ più intimi, ripercorrendo anche quello che è un po’ il disco e il live, perché comunque il live è elettropop, anche con parti veramente all’insegna della musica elettronica.
E’ anche un po’ ordine e caos come del resto anche il disco, quindi le sorprese in qualche modo sono già all’interno dello show, cerchiamo sempre di puntellare il live con dei momenti che sono anche un po’ delle sorprese.
Da “Bandiera” al disco
Una curiosità personale: vorrei sapere quando hai presentato Bandiera a X Factor, che tipo di risposta ti aspettavi? Perché penso che sia una canzone sorprendente, nel senso che è una canzone che si può leggere a vari livelli. Però appunto, vista la manifestazione, visto il carattere, visto comunque l’audience, vorrei sapere quali erano le tue aspettative.
No, io in realtà ho cercato, nei limiti possibili, di andare senza aspettative, o comunque senza aspettative troppo alte, per un mio meccanismo di difesa, e diciamo, evitare poi di rimanerci male.
Quindi sono andata là con lo spirito di gioco e di scoperta. Quello che poi è successo realmente, non parlo solo all’interno del programma, ma nei mesi successivi, è stato completamente inaspettato. Considerando tutto lo storico di questa vicenda, si possa dire che è stato tutto, sì, è stupendamente inaspettato.
Facevo questa premessa anche per dirti che a me il tuo disco è piaciuto molto anche perché sarebbe stato facile, fare un album che assomigliasse in qualche modo a Bandiera. Ho rispettato molto anche il fatto che hai scelto invece di fare un disco molto vario, con tante idee diverse, con tante direzioni diverse. Vorrei sapere se però ti ha spinto anche un po’ di timore di quel successo, di rimanerne prigioniera.
Sicuramente il timore c’era: sono un’ansiosa, un’ansiosa importante, e diciamo che sì, il timore c’è di rimanere un po’ intrappolata in quella canzone, che comunque è io adoro, e non mi stanco di cantarla, perché comunque mi ha dato tanto e sono felice in qualche modo anche di essere arrivata un po’ al pubblico, a un pubblico più grande con questa canzone.
Ed è proprio per questo che ho fatto un disco che invece è composto da tutte le altre sfumature di me, della mia scrittura, del mio cantautorato, e quindi sicuramente quella paura rimane inevitabile, ma penso che ce l’abbia qualsiasi cantautore, oppure sai, attori, magari comici, che rimangono intrappolati in un personaggio.
Questa penso che sia una paura legittima, però, appunto, il percorso che sto facendo con la musica c’è che in tutti i modi, nel live, nel disco, per far vedere che ci sono molte altre sfumature all’interno della mia scrittura. Devo dire che andando in giro adesso sto vedendo che invece la gente conosce anche il resto, addirittura molta gente ha recuperato anche i miei vecchi lavori, il mio vecchio album, ed è una cosa molto bella: si sono incuriositi, sono andati a scoprire il resto.
Collaborazioni e una finestra sul futuro
Parlando sempre del disco, mi racconti qualcosa del lavoro, con due nomi secondo me molto importanti della musica italiana di oggi, cioè Anna Castiglia e Rodrigo D’Erasmo, giusto per approfondire anche la tua collaborazione con loro?
Certo, c’è stato un buono spirito di amicizia: con Anna siamo amiche, è capitato di incrociarsi, ci siamo incontrate a Milano, è nato anche il legame affettivo, e poi il passaggio alla musica è stato facile, mi piace molto la sua penna, è una bellissima realtà, come hai detto tu, della musica italiana attuale, e quindi io avevo questo pezzo in cui sentivo veramente utile un suo intervento.
E’ nato prima da me, però sentivo che a questo punto la canzone dovessi condividerla con un’altra persona e lei mi sembrava veramente la persona giusta. La stessa cosa è accaduto con Rodrigo: volevo degli archi, un approccio però anche non canonico, un approccio un po’ più folle, divergente, e in questo Rodrigo è veramente straordinario, perché è riuscito a mantenere e anche a rompere quell’equilibrio tra moderno e classico che io cercavo. Quindi è stato tutto piuttosto naturale, però come ti dicevo, è nato dal fatto che sentivo di voler allargare anche da altre persone questo lavoro, condividerlo.
Live a parte, stai già lavorando su canzoni nuove? Quali sono le idee che ti girano in testa in questo momento?
Sì, assolutamente, stiamo già lavorando su canzoni, ho pensato di non fermarmi troppo su questo disco, ma già di mettermi in lavoro su nuove idee. E’ tutto al segno della ricerca ancora, sto portando avanti in qualche modo una certa evoluzione, adesso sono pochi brani.
Continuiamo a portare avanti il tour, annunceremo le altre date, ma poi c’è l’impegno di tornare in studio e pensare dopo tutto questo periodo cosa c’è, cosa c’è cos’altro ho a dire e come mi sento e cosa sentirò di dire nella musica. Il fatto di essere già tornata in studio mi carica molto, perché mi tengo a contatto con la musica. E’ molto importante per dire qualcosa di mio attraverso la musica.
