Roberto Quassolo: osservo cercando di vedere e ascolto sperando di sentire

Non importa è il nuovo singolo di Roberto Quassolo: a un anno di distanza dal suo album Acustic Curtain il musicista ritorna con un ballad rock. Lo abbiamo intervistato.

Come nasce Non importa ? C’è stato un episodio particolare che ti ha ispirato?

La vita ci consente di incontrare molte persone, spesso molto diverse tra loro e da noi, ognuno con la propria storia. Così la mia storia si intreccia con la loro. Osservo cercando di vedere e ascolto sperando di sentire, laddove mi è concesso anche di andare oltre, stabilendo una profonda connessione emotiva. Mi piace pensare di filtrare emozioni per poi trasformarle in immagini e parole. Non importa nasce così.

La frase Non Importa è un mantra amaro, quasi una corazza. Per te cosa significa davvero ripeterlo a se stessi?

Difficile a dirsi dal momento che personalmente faccio molta fatica a pronunciarla. La mia testa è solitamente affollata da un’infinità di pensieri ed emozioni, a volte anche contrastanti, che spesso ho la sensazione di non poter lasciare andare nulla, come se tutto mi importasse.

Incontrare persone che al contrario sembrano essere in grado di lasciar andare qualcosa ripetendosi quasi costantemente “non Importa” di fronte a tutto ciò che accadeva loro, non poteva certo lasciarmi indifferente.

Potete immaginare la sorpresa quando ho scoperto che eravamo molto più vicini e in sintonia di quanto pensassi e che quel Non importa ripetutamente pronunciato sembrava suonare più come un tentativo di alleggerire un carico decisamente troppo pesante e così… ti accorgi che importa, eccome se importa.

In un mondo che spesso ci vorrebbe omologati, tu parli di una necessità di crearsi un’altra storia, un viaggio alternativo. Pensi che la musica sia la tua forma più autentica di ribellione?

Probabilmente lo è. Spesso ho definito la musica la mia via di fuga. Un caro amico non perde mai occasione di ripetermi che se non ci fosse stata la musica la mia vita ora sarebbe davvero molto diversa. Sicuramente le devo molto e per certi aspetti mi permette ancora oggi di cambiare pelle, un po’ come fa il serpente, ovvero rimanendo comunque coerente con la mia natura “ribelle”, nel continuo tentativo di adattarmi, più per questioni di sopravvivenza che altro, ad un società che ancora troppo spesso fatico a comprendere.

A un anno di distanza da Acustic curtain, cos’è cambiato in te come musicista e come
persona?

Il cambiamento è inevitabile, tuttavia la musica e il mio rapporto con lei rimane costante. Da Acustic curtain a oggi ho pubblicato due singoli in italiano Mani in alto e Vuoto a perdere che faranno parte del nuovo album in cui sarà presente anche Non Importa e ho avuto la fortuna di collaborare con gli Shady lane dando sfogo alla mia vena progressive rock. Insomma lascio che la musica mi accompagni nella vita, quello che accade è sempre meraviglioso, in un costante e continuo divenire sia musicale che personale.

La tua carriera attraversa esperienze molto diverse, dal progressive metal con gli Shady lane al progetto più intimo da solista. Cosa ti spinge a muoverti tra mondi sonori differenti?

Personalmente ritengo che l’amore per la musica non possa essere confinato a un genere musicale piuttosto che a un altro, cerco pertanto di lasciarmi guidare dalle mie sensazioni e soprattutto da ciò che sento. Da sempre convivono in me anime contrastanti costantemente in conflitto tra loro che incontrandosi parlano di me ricordandomi chi io sia. A me non resta che restare in ascolto, il resto lo fanno loro.

Pagina Instagram Roberto Quassolo

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