Roman Krays: abbiamo raccontato il trauma del lunedì

Lunedì è il nuovo singolo dei Roman Krays che anticipa l’album in uscita nel 2026. Seguendo lo stile dei precedenti brani anche questa volta la band si butta in una tematica importante: il lavoro. Ecco la nostra intervista.

Se Lunedì fosse una persona che tipo di carattere avrebbe?

Credo che Lunedì potrebbe essere irascibile, un personaggio con una parvenza di calma totale che si può trasformare in un drago in un batter di ciglia.

Avete scelto di raccontare la parte oscura del lavoro; esiste anche un lato luminoso che secondo voi meriterebbe un giorno un brano?

Abbiamo raccontato il trauma del lunedì, quella routine che ricomincia dopo che il weekend di libertà è volato lasciando poche energie positive che finiscono quando suona la sveglia al mattino. Siamo sicuri che ci siano zone luminose nei lunedì, qualche collega simpatico, la barista che ti prepara il primo caffè della giornata o il momento in cui timbri il cartellino all’uscita per esempio ma per ora crediamo che il racconto dei lunedì possa finire con questo pezzo.

C’è una frase del testo che per voi racchiude al meglio l’anima della canzone?

Credo che il ritornello in cui urliamo al mondo che ”noi siamo sempre qui” sia un bel passaggio in cui, nonostante la fatica e tutte le sfide che affrontiamo ogni giorno rimaniamo vivi e forti anche se non sempre felici come in un lunedì con il mal di testa post festa.

Se il lunedì è il simbolo dell’oppressione, qual è il vostro giorno della settimana preferito e perché?

Bella domanda a cui risponderei con una domanda pur sapendo che non è corretto ma “esiste un giorno diverso dal lunedì quando ci si sente in una routine senza uscita?” Scherzi a parte che altrimenti scivoliamo nella filosofia di vita, direi che ci piacciono i weekend perché in genere si ricaricano le pile e si sta con la famiglia e gli amici o magari in giro a suonare. Diciamo che personalmente mi piace il sabato.

Dal primo singolo “Follia” a oggi: in cosa pensate che i Roman Krays siano cambiati di più, non solo musicalmente ma anche come persone?

Abbiamo iniziato per gioco, con la voglia di suonare in una sala e di passare insieme un po’ di tempo, poi dopo il singolo ci siamo guardati in faccia e quell’emozione ci ha fatto sentire una scossa. Da quel momento il gioco si è fatto più serio e l’amicizia è diventata una Famiglia, i legami tra noi si sono ancora di più consolidati e ora davvero è difficile che passi un giorno senza che ci sentiamo o ci vediamo oltre le prove e le serate in sala. Siamo cresciuti tutti, insieme, progettiamo e mettiamo su situazioni e idee che diventano eventi che realizziamo e altre cose che teniamo in cascina per tempi migliori.

Vi immaginate più a vostro agio su un palco di festival enorme o in un piccolo club sudato e pieno di gente?

Amiamo entrambe le cose, ci piace il palco grande e quelle produzioni in cui anche per poche ore ti puoi sentire una rockstar in cui trovi un palco attrezzato e non devi montare tutto e smontare a fine serata ma allo stesso tempo ci piacciono i piccoli club dove conosci tutti e resti tutta la sera a ridere, ma anche chiacchierare con persone conosciute al momento prima di smontare e caricare le macchine per tornare al nostro consueto lunedì.

Guardando al nuovo album previsto per il 2026: che tipo di viaggio emotivo vorreste far fare a chi lo ascolterà?

Sarà un album in cui racconteremo quello che viviamo, le nostre emozioni, una sorta di viaggio visto con i nostri occhi. Ci auguriamo che chi lo ascolta possa in qualche modo riconoscersi in cose che racconteranno comunque la vita di tutti i giorni fatta di momenti seri ed esperienze personali.

Pagina Instagram Roman Krays

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