Flame: creare connessioni reali con il pubblico

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Flame torna con Ultima Stella, una ballad pop urban con elementi elettronici/dance. In Ultima stella si parla di amore, di quella persona che nonostante il passare del tempo per noi rimane la luce più luminosa. Ecco la nostra intervista.

Come nasce l’idea di questo brano?  

Ultima Stella nasce dal desiderio di raccontare un’emozione intensa e persistente, qualcosa che continua a brillare anche quando tutto il resto sembra svanire. L’idea è venuta quasi spontaneamente, da una melodia notturna e da parole che cercavano luce nel buio. Musicalmente abbiamo voluto unire la delicatezza della ballad con l’energia dell’urban pop ed elementi elettronici per rendere il brano moderno e coinvolgente.

È una storia autobiografica o frutto di ispirazioni universali?  

Un po’ entrambe le cose. C’è sicuramente una base autobiografica, perché ogni artista mette qualcosa di sé in quello che scrive. Ma l’intento era anche quello di parlare di un amore che può appartenere a tutti: quell’emozione che, anche a distanza di tempo, continua a brillare dentro di noi, come un’“ultima stella” che non si spegne mai.

In che modo Napoli, Scilla e Miami influenzano la tua musica e le tue emozioni?

Sono tre luoghi che mi definiscono profondamente. Napoli mi ha dato il ritmo e la passione, Scilla la poesia e il legame con le radici, Miami l’apertura al mondo e la voglia di sperimentare suoni internazionali. Ogni città ha un’anima diversa, e nella mia musica cerco di fonderle tutte: il calore del Sud, l’intensità del Mediterraneo e le vibrazioni cosmopolite dell’America.

Come cambia il rapporto con il pubblico nei diversi Paesi?

Il pubblico cambia tantissimo da Paese a Paese, ma c’è una cosa che resta uguale: l’emozione. Negli USA il pubblico è molto espressivo, in Germania attento e rispettoso, in Inghilterra c’è sempre curiosità per le contaminazioni. In Italia, ovviamente, sento il calore di casa. Ogni concerto è un dialogo nuovo, una sfida bellissima.

Sogni collaborazioni internazionali o nuovi generi?

Assolutamente sì. Mi piacerebbe collaborare con artisti che vengono da mondi diversi dal mio, magari del pop latino, dell’afrobeat o dell’elettronica. Credo che la musica più forte nasca quando mondi lontani si incontrano.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Attualmente ho cinque brani in produzione, caratterizzati da una forte sperimentazione tra pop rock, elettronica e sonorità urban, con l’obiettivo di definire una nuova impronta musicale personale. Questa fase rappresenta per me l’inizio di un nuovo capitolo artistico e l’evoluzione naturale del mio percorso.
Inoltre mi piacerebbe concretizzare un’altro progetto che è quello di un tour nei borghi
italiani.

Un tour intimo, unplugged, nei piccoli teatri o piazze storiche d’Italia, per riportare la musica nei luoghi
autentici e creare connessioni reali con il pubblico.

Pagina Instagram Flame

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