Sono stati annunciati poco fa i partecipanti all’edizione 2026 del Festival di Sanremo.
Tommaso Paradiso: si era capito da qualche giorno che Tommasone nostro avrebbe partecipato. Ultima coda dell’ultimo pop post indie.
Chiello: ultimo di una ormai lunga lista di artisti di ambito urban ad approdare in Riviera, speriamo sorprenda e non si appiattisca.
Serena Brancale: un ritorno, per provare a fare meglio del (non entusiasmante) esordio.
Fulminacci: se arriva, è perché ha la canzone. E anche per farci capire che cosa farà da qui in avanti.
Ditonellapiaga: stavolta da sola, probabilmente rappresenta la quota pop dance e sarà fra quelle che usciranno meglio dall’Ariston.
Fedez & Masini: due rabbie diverse, due (eterni?) tentativi di riscatto diversi.
Leo Gassman: alla ricerca di una collocazione stabile, ormai da un bel po’.
Sayf: c’è di buono che i rapper genovesi a Sanremo non mancano mai. Vediamo se si dimostra all’altezza degli ormai molto illustri predecessori.
Arisa: mina vagante a prescindere. Potrebbe vincere e arrivare ultima, forse anche contemporaneamente.
Tredici Pietro: arriva qui non perché “figlio di”, ma sai quante interviste che iniziano con: “Ma papà che consigli ti ha dato?”
Sal Da Vinci: la quota boh. Ma non era meglio candidarlo a prossimo 007?
Samurai Jay: quota rap e quota partenopea coperta, sicuramente allargherà il proprio pubblico.
Malika Ayane: ci riprova e forse ci terrebbe a vincere stavolta. Bisogna vedere se il suo approccio, benché sempre impeccabile, ormai non sarà un po’ troppo old style per quello che passa a Sanremo.
Luchè: storia importante in campo hip hop, se se la gioca bene potrebbe essere tra quelli che rimangono in mente più per la performance che per la classifica finale.
Raf: avevo capito si fosse ritirato, ma si sa che ci si ritira un po’ tutti, anche solo per dieci minuti.
Bambole di Pezza: formazione super sprint e tutta femminile che rappresenta anche tutto ciò che è rimasto del rock su quel palco lì.
Ermal Meta: arriverà sul podio, avrà una canzone carina ma non indimenticabile, avrà un sorriso triste.
Nayt: a Sanremo soprattutto per dimostrare che il Molise esiste davvero, porterà un conscious rap con qualche parentela pop sicuramente di ottimo livello.
Elettra Lamborghini: qualcuno sperava che si fosse stabilizzata nel ruolo di conduttrice tv. Tipo io.
Michele Bravi: tra i più adatti al palco sanremese, potrebbe tirar fuori quella accoppiata pathos & delicatezza che c’è nei suoi brani migliori.
J-Ax: c’è bisogno di tenere insieme in qualche modo i nostalgici e lui sa come si calca un palco del genere, oggettivamente. Si saluterà con Fedez? Chissà.
Enrico Nigiotti: mi sembra già di aver sentito la sua canzone. E non l’ho ancora ascoltata, per dire.
Maria Antonietta & Colombre: si vorrà bene a prescindere, si spererà in loro a prescindere, vediamo però di evitare di fare i Coma_Cose bis, please.
Francesco Renga: sicuramente alla 5286583 partecipazione regalerà un pezzo all’altezza del suo (oggettivamente enorme) talento.
Mara Sattei: ritorno anche per lei con un po’ più di esperienza alle spalle. Forse alla ricerca di un decollo che sembra sempre lì lì per arrivare.
LDA & Aka 7even: che dire, Aka7even è bravo e non aveva forse tutta la necessità di questa accoppiata, ma sarà stata opportuna una somma di followers.
Dargen D’Amico: una volta non l’avresti mai visto su un palco come questo, ora lo frequenta come il salotto di casa sua. Ci stupirà ancora?
Levante: Ovunque proteggi.
Eddie Brock: quotatissimo negli ultimi mesi, si è capito che stanno per chiamarti a Sanremo se iniziano a farti interviste impreviste alle Iene e sul Corriere della Sera.
Patty Pravo: unica a rappresentare la quota over (ok, a parte Renga e Nigiotti, per motivi diversi). Prenderà tutta la fascia di commenti “insegna tu a questi ragazzini che non sanno”.

