Centherbe, “Scheletri”: la recensione

centherbe

Scheletri è il nuovo album del cantautore toscano Centherbe. Dopo aver aperto i concerti di artisti come Cristiano Godano e i Perturbazione, la pubblicazione dell’album Natura Docet e del brano Godi a Metà con Santino Cardamone, Centherbe torna con un album anticipato dai singoli Stabilità e Paziente Animale.

Scheletri è un album di dodici brani, che alterna pezzi più acustici e dalle sfumature folk a brani rock alternative caratterizzati da batterie potenti, scintillanti chitarre ruvide e da linee di basso accattivanti ed esplosive.

Centherbe traccia per traccia

Questioni di iniziali quelle affrontata in LSD, un po’ ballad e un po’ brano da corsa, con le “acide scritture” a fare da sfondo. C’è un retrogusto grunge in Stabilità, molto tempestosa ed elettrica, con largo spazio per le chitarre.

Partenza particolarmente rock quella di Candele, che si muove in ambito alternative, propendendo ora per sonorità post grunge, ora verso discorsi quasi metal.

Ballad di stampo classico ecco poi Luci buone, che sorge piano piano, fino ad arrivare a orizzonti più luminosi, anche se immersi nei ricordi. Ali che stridono e sfiorano in un alveare pieno di api: questo l’ambiente in cui si muove Linea ideale, che recupera ritmo e spinta.

Si viaggia in modo aggressivo e quasi selvaggio con la rapida Paziente animale, rapida e breve. Con Legami si incontrano sonorità quasi desert rock, con risonanze western e frontiere lontane da esplorare.

Ritorna la calma con Pioggia di sale, che racconta ricordi e assenze, tra cuori e occhi persi. Rimangono soltanto le domande, per chi resta. Più incalzanti i ritmi di Dipinto rosa: anche qui si parla di luce, ma in termini di colore e pittorici, in un brano che si fa sofferente nel finale.

E a proposito di sofferenze, ecco Lo specchio, brano lento e avvolgente ma anche molto cupo e un po’ teatrale. Finale particolarmente rovente per il brano.

Ultimo brano cantato, ecco Marea, mid-tempo piuttosto punteggiato dal drumming, tra metafore belliche ma anche con una certa positività sparsa a piene mani. Chiude il disco la strumentale Gaza, che dedica pensieri e suoni a una terra e a una gente martoriata e sempre senza pace.

Buon lavoro per Centherbe, che prosegue nel proprio percorso, evidentemente incurante di tendenze e mode. Certo il rischio qui e là è di suonare un po’ datati, ma sicuramente il lavoro, ben fatto e molto coerente, troverà i propri spazi di riferimento.

Genere musicale: alternative, rock

Se ti piace Centherbe ascolta anche: Cara Calma

Pagina Instagram Centherbe

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