E’ uscito da poco il primo full-length del progetto DubFiles, nato dalla mente di Paolo Baldini. Già bassista di band come B.R.Stylers e Africa Unite, Baldini negli ultimi anni si è trasformato anche in uno deiproduttori più interessanti del panorama musicale italiano, curando tra l’altro i lavori di Tre Allegri Ragazzi Morti.
Le varie capacità di Baldini si concentrano ora sulle diciassette tracce di DubFiles, che tra gioca con reggae ed elettronica, ma soprattutto con le sfumature.
Dopo la veloce Intro, ci si cala nei ritmi dub con Who a Talk, con la partecipazione di Sr. Wilson. Dato che praticamente ogni traccia del disco conta un “featuring”, ci si perdonerà se ne ometteremo qualcuno. Il pezzo viaggia a ritmi medi con qualche sprizzata elettronica qui e là.
Molto più serrato il ritmo e il lavoro di basso su Dub Inna Babylon, con un diluvio di parole a fare da contraltare a un tessuto fitto. Più rarefatta invece l’atmosfera di Leave I Or Love Me Forever, che assume connotati più vicini al soul.
Likkie Dub Girl mostra la faccia più sorridente del dub, sempre accompagnandola con un sapiente lavoro di basso. A seguire la moderata Dubvampaya Medley, che accenna anche qualche nota di chitarra elettrica ricca di echi ed effetti.
Dopo Politician Dub, altra escursione a ritmo medio, arriva la più ritmata Who Am I, in cui l’elettronica prende una dose maggiore di spazio.
A seguire Never Be a Slave, plastica e morbida ma senza perdere di incisività. Extra Love Dub invece sfrutta la forza dell’iterazione degli stessi accordi per un intermezzo strumentale che lascia posto a Zion Doors e a Zion Dub Version, che giocano con i ritmi e si presenta fin da subito come piuttosto giocosa.
I Express sfocia in maniera piuttosto marcata nei ritmi hip hop, e dopo la veloce Dub a Express parte Big in Japan (no, non è una cover degli Alphaville, né di Tom Waits) che prosegue un discorso dub con atteggiamento piuttosto “confrontational”. Dopo i morbidi scintillii di Dubshine si chiude con Lotus Dub File, un altro strumentale dall’evoluzione interessante.
Benché tutto si consumi sotto l’ombrello di Baldini, lo stesso producer non fa mistero del fatto che DubFiles sia un vasto lavoro di squadra.
Probabilmente perciò il merito maggiore del disco sta proprio nella grande coerenza interna, che nonostante cerchi di coprire tutte le sfumature d’umore del dub, non perde mai di vista il filo logico.
