A dispetto di una copertina in stile Depeche Mode/Anton Corbijn, Marco Spiezio pubblica, nel proprio esordio Life in Flip-Flops un discreto quantitativo di musica solare, debitrice di surf, ska, reggae, rockabilly e di svariati generi piuttosto luminosi.
Si apre sulle note veloci di Smile :-), costruita su incursioni rapide e festaiole, con un vago retrogusto di decenni passati. Una chitarra rockabilly apre Sunday, completata da coretti molto Fifties.
L’atmosfera anni ’50 prosegue e si rafforza con la title track Life in Flip-Flops, che varia l’aria ridanciana della canzone anche con un breve inciso melodico.
Si passa al rock’n’roll, con qualche punta acida in Egos, che mantiene un carattere fresco e allegro ma punta anche su un drumming più appuntito.
It’s ok mantiene atmosfere leggermente più oscure di quanto visto fin qui, con ritmiche dub. Si torna a saltellare con Dirty Little Secret, che però cambia passo da metà in avanti e si fa più intensa.
Believer alza i ritmi e affila le chitarre in vista di un suono piuttosto potente. Ridanciana e fantasiosa Scaramouche in Life, con una sorta di citazione dei Queen.
Si ritorna a sonorità piuttosto vintage con la comunque aggressiva, benché con swing, Summer Gypsy Skirt. Indizi di blues elettrico si disseminano lungo Coffee Skin, notturna e levigata.
Si esce di nuovo al sole con la veloce Apple Tree, mentre si registrano influssi jazzy in Cheese & Beans, con una chitarra che si defila elegantemente sullo sfondo.
Si chiude con Let It Come to Me, una ballata acustica che ribalta qualche concetto che ci si era formati lungo il percorso dell’album, mostrando un lato molto intimo.
Un disco piuttosto originale, ben eseguito, probabilmente con qualche canzone di troppo ma nel complesso in grado di mettere in evidenza tutte le qualità di un cantautore di ottime prospettive e con un talento molto fresco e pronto per palcoscenici importanti.
