aquiverGli Aquiver sono una band metal composta da membri di Trick Or Treat, What A Funk, Damned Spring Fragantia e Never Alone. La band ha effettuato il proprio debutto con Frames, mixato a New York da Dan Korneff (già al lavoro con Breaking Benjamin, Paramore, Pierce The Veil, Papa Roach, My Chemical Romance) e dysFUNCTION Studios.

La parola alla band: “L’album “Frames” nasce e si evolve nel giro di molti mesi durante i quali la band ha avuto modo di sperimentare grandi cambiamenti personali e vivere le emozioni trasposte poi nella musica e nei testi dell’album. Senza volerlo avevamo racchiuso il nostro vissuto nei brani. 

Il titolo “Frames” vuole dare l’idea di tante cornici atte a includere ogni singola emozione e a fare parte di un’immagine complessa formata da tante sfaccettature. Il cuore e il cervello dell’artwork sono l’anima e il corpo della complessità interiore descritta nei singoli brani”.

L’album è stato prodotto dagli Aquiver insieme a  Giuseppe ‘Dualized’ Bassi di dysFUNCTION Productions (che ne ha curato anche le registrazioni), scritto e arrangiato dalla band, per l’etichetta Square Heads.

Aquiver traccia per traccia

Dopo l’introduttiva Absence, si parte davvero con CaSo, scelta anche come singolo di presentazione del disco: i conflitti dell’hardcore e le tendenze del metal realizzano numerosi incontri all’interno del brano. Molto più “pop” Save Your Day, con un’attitudine non aliena a quella del metal classico, ma dai modi tutto sommato non così aggressivi.

Si recupera in questo campo con la molto schitarrante Drawing Circles, pezzo d’impatto. Si picchia e si corre parecchio in Fall from Grace, che pure ha risvolti struggenti. Downfall sprigiona altri quantitativi di potenza, sempre però senza mettere in ombra eccessivamente il lato melodico della band. Ingresso inquieto e minaccioso per No More Words, che prosegue nell’alternanza (un po’ ciclotimica) di aggressione e dolcezza proposta in quasi tutte le canzoni.

A Million Red Lights mette in evidenza chitarra e voce, mentre Moving Emotions rallenta un po’ ma mostra un susbstrato ricco di sonorità in subbuglio. Fluida e anche piuttosto intima The One, pur in mezzo a salve di drumming e chitarra. Tempeste sonore, quelle di Empty Space, chiudono il disco su ritmi molto alti.

Gli Aquiver realizzano un disco che risente delle influenze internazionali e che sembra fatto su misura per farsi apprezzare da fette consistenti del popolo metal.

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