Si chiama Nel vuoto che c’è il terzo disco dei Benzina, interamente scritto, prodotto, registrato, missato e masterizzato da Enzo Russo, tra il b studio e il Tp studio di Napoli, per la neonata etichetta B Music Records (ed. Irma records, distr. believe digital). Tra le tracce, anche Lontano lontano, una delle canzoni più rappresentative di Luigi Tenco, rivisitata in stile Benzina.
Benzina traccia per traccia
La prima traccia è Vince chi resiste, un robusto rock che punta molto sulla chitarra per portare aggressività a tutto campo. Discorsi leggermente più tranquilli quelli di Ancora una volta, che piano piano prende la forma di una ballad elettrica.
La chitarra elettrica riprende possesso della scena fin dalle prime battute di Io non ti sento, traccia che torna a ruggire su tempi veloci, e con qualche memoria di new wave, parlando per lo più di nuovi bamboccioni. Deriva hip hop/thrash metal (forse non del tutto necessaria) nel finale.
Arriva poi l’omaggio a Tenco, con Lontano lontano, che spiazza un po’ sulle prime, visto che l’attacco è in pieno stile melodico, salvo qualche suono sintetico sullo sfondo. Poi le chitarre riprendono fiato e spinta, portando il volume della canzone a livelli diversi. L’operazione recupero della nobile canzone del cantautore di Cassine convince più come tributo che come pezzo funzionale al disco.
Che infatti riprende presto i propri ritmi e le proprie paranoie, con Il tempo scava a fondo, nuovo rock confinante con lo stoner, percorso bene dalla band, sorretta da un drumming molto intenso. Come e quando sei si presenta in pompa magna, con un passo importante e sonorità piuttosto epiche; passata l’intro, il pezzo si convoglia su istanze elettriche sempre piuttosto ariose, che possono far pensare ai Muse.
Si rallenta di nuovo con Dietro di me, improvvisamente melodica. Ma è un’illusione momentanea, visto che il volume e il livello di rumore si alzano in modo altrettanto improvviso. Suoni robusti e propensione alle schitarrate anche in Per dimenticare. Si torna sui toni della ballata elettrica con Solo parole, capace di prendere forme e ritmi diversi lungo il proprio percorso.
Per la chiusura la band si affida a suoni un po’ più allargati e anche più sereni, con Una sconfitta è per sempre, chiusura tutto sommato non così pessimista per un album ricco (anche) di claustrofobia.
Le tracce che convincono di più, nel nuovo album dei Benzina, sono decisamente quelle in cui la band non piega il proprio suono a compromessi di sorta, e sono la maggioranza. Il disco, nel suo complesso, ha un buon equilibrio, qualche sorpresa, e un buon atteggiamento di aggressione quasi continua.