Venerdì 4 luglio al Balena Festival di Genova si terrà l’atteso concerto dei Baustelle: in apertura un artista decisamente singolare con una vita artistica non comune. Calvino, ex Hot Gossip, ha risposto così alle nostre domande.
Dieci anni e più di incubazione per questo disco: che cosa ha “rallentato” così tanto l’uscita dell’album?
A dire il vero non sapevo che avrei fatto un album, ho iniziato ad accumulare appunti e canzoni senza avere uno scopo preciso e senza pormi nessun obbligo, dopo vari fasi avvicinamento, spinto anche da Auroro & Talento Records, ho deciso di pubblicarlo con loro.
Hai detto che alcune progressioni di accordi ti sorprendono ancora: quanto c’è di istintivo e quanto di ragionato nella tua scrittura?
Dipende dalle parti, molte canzoni e melodie arrivano già perfette, non ho bisogno di lavorarci a lungo per farle suonare bene, altre invece hanno bisogno di un lavoro di incastri e di arrangiamento più laboriosi.
Il disco è attraversato da dolore e cordoglio ma anche da speranza: come sei riuscito a bilanciare questi due estremi emotivi?
La mancanza o la perdita di persone vicine dischiude un varco, dal quale emergono naturalmente tre fasi dell’esistenza: il dolore che scava, la catalisi che modella, la speranza che illumina. Questa è la formula della mia narrazione. Spesso contemplo la mia vita in terza persona, cercando il distacco che genera intuizioni, come appunti di navigazione per il futuro. In questo viaggio spesso le canzoni scritte nel passato, diventano profezie del presente. La scrittura, per me, è l’ascolto del subconscio, o un dono celeste che arriva in modo completamente inaspettato.
Quanto il viaggio ha influenzato la tua scrittura, sia nei testi che nelle scelte musicali?
Il “giro del mondo” che ho fatto ha avuto sicuramente una funzione importante nell’evoluzione del testo e nei vari strati che formano questo disco. E’ un lavoro che va ascoltato più volte per capirne le diverse sfumature e per poterlo rendere proprio.
Generazione è l’unico brano in italiano del disco: come nasce e perché l’hai scelta come singolo?
Mi piaceva l’idea di avere un pezzo in italiano in mezzo al disco, una cosa che naturalmente in passato non avrei fatto, ma mi sembrava interessante inserirlo nel disco come elemento destabilizzante. Riguardo alla scelta di fare di Generazione un singolo, ci divertiva l’idea di iniziare con un pezzo con un ritornello forte, liberatorio.
Ci racconti qualcosa delle collaborazioni del disco, e in particolare di quella con John Convertino?
Conosco John e Joey dal primo tour dei Calexico in Italia, ho avuto la fortuna di poter aprire un loro concerto con la mia prima band. Da quel giorno io e John siamo sempre rimasti in contatto e abbiamo condiviso periodicamente via lettera, email, momenti importanti delle nostre vite in modo molto sincero, osservando la nostra evoluzione come esseri umani, le nostre rispettive carriere musicali (la loro inesorabilmente in ascesa) e i vari progetti a cui John partecipava.
Nel 2020 stavo cercando di dare una forma a tutto il materiale che avevo registrato negli anni precedenti e John mi ha chiesto di fargli sentire cosa stavo facendo. Dopo l’ascolto e si è reso disponibile per suonare la batteria praticamente su tutto il disco. In tre pezzi (Lost in the Green, Washers e Generazione) invece ha suonato Lorenzo Rotteglia che sarà presente nel tour, insieme a Claudia Cesana e Luca Bergomi (aka Dumbo Gets Mad).
A Genova, al Balena Festival, aprirai il concerto dei Baustelle: quali sono le tue aspettative per la serata e che impatto hanno avuto i Baustelle sulla tua musica?
Come dico sempre, Genova ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, complice un gruppo di amici musicisti che ha da sempre promosso musica e cultura in città. Mentre i Baustelle sono uno dei pochi gruppi italiani contemporanei che ascolto, mi è sempre piaciuta molto la loro scrittura. L’influenza sul mio disco c’è ma non penso sia immediatamente percepibile. Sono molto impaziente di sentire il loro nuovo live.