Sierra e Bianca Casady, meglio conosciute come CocoRosie, sono due sorelle decisamente fuori dall’ordinario. Magnetiche, intense, eclettiche e in grado di rapire chiunque si trovi a incrociare i loro sguardi, ad ascoltare i loro suoni e le loro voci, a percepire le loro essenze. Il duo statunitense ha fatto tappa anche a Genova nella serata conclusiva del Lilith Festival 2025, nella consueta cornice di Villa Durazzo Bombrini a Cornigliano, per un concerto decisamente atteso dal pubblico che, per l’occasione, è arrivato anche da fuori città. Anche questa serata è stata condotta da Andrea Podestà, senza però la consolidata presenza di Lisa Galantini: a lui il compito di introdurre le artiste, raccontando un po’ di quel che è l’essenza del progetto CocoRosie.
Due donne, due voci, infinite combinazioni di suoni, di vibrazioni, di intenzioni: sul palco sono accompagnate da batteria e synth, ma riescono a caricare con loop station e vocalità incredibili ogni brano eseguito, arricchendolo con pennellate di colore spesso inattese ma comunque in grado di stravolgere positivamente ogni aspettativa.
La cura con cui lo spettacolo è preparato è assoluta, dal trucco di scena che rende le sorelle quasi bambole senza espressione, al look che nulla lascia al caso. Nel susseguirsi di suoni e di brani, che ripercorrono le tappe di una carriera lunga ormai più di vent’anni, lasciando spazio ai grandi successi e alle nuove canzoni contenute nell’ultimo album Little Death Wishes e che le CocoRosie stanno promuovendo con un lungo tour in giro per l’Europa.
Sfumature di ogni genere musicale sembrano volersi fondere insieme per dare vita a qualcosa di nuovo, di vivo e pulsante, a tratti anche disturbante nelle sue sfaccettature: elettronico sempre, pop spesso, ma anche rap, lirica, rock… E se spesso si ritiene che ‘less is more’ anche in ambito musicale, si può senza dubbio affermare che le sorelle Casady siano assolutamente in grado di aggiungere strati alle loro performance senza perdere cura ed eleganza.
Teatrali dal trucco ai movimenti, hanno portato in scena ogni inclinazione della propria personalità, dalla passione per l’arte e lo spettacolo a quella viscerale per la musica, trascinando in un mondo a parte fatto di distorsioni e sogni accartocciati. Quello che non viene dimenticato, però, è il conflitto che sta dilaniando il popolo palestinese: l’urlo “Free Palestine” è musicalmente invocato dalle CocoRosie sul finire del concerto, raccogliendo applausi e riconsegnando le chiavi di sogni e incubi a ognuno dei presenti, con il compito di rimettere insieme i pezzi una volta tornati a casa.
Prima e dopo l’esibizione delle headliner, a VAMdj il compito di selezionare dischi per la serata. Alla consolle c’è Valentina Amandolese con il suo nuovo progetto che si allontana dal percorso cantautorale ma che la spinge a sperimentare nuove strade sonore, sempre tenendo fede alla propria sensibilità.
La scaletta del concerto di CocoRosie al Lilith Festival
Witch Hunt
Give It To The Wind
Least I Have You
Cut Stitch Scar
Wait for Me
Nothing But Garbage
Tears for Animals
Fairy Paradise
Restless
Lemonade
Pushing Daisies
Werewolf
Smokey Taboo
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Beautiful Boyz
R.I.P. Burn Face
Villain
Le foto della serata di Daniele Modaffari






































Le foto di VAMdj di Marina Mazzoli










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