Spiegazioni Improbabili è il quarto disco di Cranchi, creatura artistica di Massimiliano Cranchi e della sua band, attualmente composta da Marco Degli Esposti (chitarre e voce), Simone Castaldelli (basso), Alessandro Gelli (violino), Fausto Negrelli (batteria) e Luca Zerbinati (tastiere). Un lavoro che rinnova il forte legame con la tradizione della canzone d’autore aggiungendo nuovi elementi lirici e paesaggi sonori con la struttura di un viaggio così come spiega Massimiliano Cranchi:
“E’ difficile, forse impossibile, spiegare una vita, a volte risulta impossibile spiegarla pure a noi stessi. Le canzoni sono scelte, passaggi, incontri e scontri di questa vita”. Nell’album, dietro a racconti apparentemente distanti, ha voluto parlare di se, della sua famiglia e delle persone a lui vicine”.
Cranchi traccia per traccia
Si parte da Spiegazioni improbabili sul metodo, quasi title track allungata di sapore folk: racconto di viaggio con toni un po’ degregoriani, per lo più voce e chitarra acustica. Si cambia passo con Ferrara, incalzante e tutto sommato con un’aura pop, anche se il racconto del testo non è certo “popular”.
Ecco un’altra somiglianza con la canzone d’autore “classica”: arriva Malabrocca, dedicata alla celebre (all’epoca) “maglia nera” del Giro d’Italia, dei tempi di Coppi e Bartali. Anche il sound è classico, pur con qualche libertà concessa alla chitarra elettrica. Personaggio del tutto diverso quello di Anna, dedicata a Bertha Pappenheim, scrittrice e giornalista austriaca, persona tormentata, tra problemi mentali e grandi slanci artistici e culturali.
Ancora qualche eco di De Gregori e dei classici nella morbidissima Cinque mesi. Al contrario con L’Amore è un treno si entra a spron battuto nelle atmosfere del Paolo Conte di qualche anno fa. Si chiude con una, tutto sommato, anti-climatica Fa un caldo che si muore, tra ironia e malinconia, con qualche spolverata elettronica.
Senza scostarsi dai canoni della canzone d’autore italiana (di alto livello) Cranchi produce un disco molto pieno e ricco. Le tracce dell’album sono vive e appassionate, ed è lodevole anche il senso del limite che ferma a sette le composizioni incluse nel disco.