Dario Margeli pubblica il suo nuovo disco Fluido. Dario è presente nella scena musicale italiana dal 2011 quando ha pubblicato la sua prima canzone Quell’Allegro Calore. Con alle spalle un brano usato in una campagna pubblicitaria della Sisley (Benetton), ora Dario è pronto per le tappe successive. Lo abbiamo intervistato.

Vuoi raccontare la tua storia fin qui?

Volevo fare il musicista quando ero adolescente alla fine degli anni ’80. Ho studiato teoria musicale. Ma non ho avuto successo nell’ottenere un contratto discografico, quindi ho abbandonato l’idea di diventare un musicista. Circa 10 anni fa, avevo un sito web dedicato ai rari 45 giri e sono stato contattato dalla casa discografica americana NowAgain per aiutarli con il libretto di alcuni dei loro restampe in CD di musica storica.

Questo mi ha entusiasmato e voluto provare di nuovo diventare un musicista. Sapevo scrivere melodie e per i testi, ho chiesto a un mio collega di Torino, il suo nome è Roberto Caiato, di scriverli per me. Il risultato è stato il mio primo singolo con il nome di Quell’Allegro Calore nel 2011. Le chitarre sono state suonate da un chitarrista americano di nome Hugh Williams. L’anno successivo, ho avuto una canzone intitolata Buongiorno che era una canzone dedicata alla azienda con lo stesso nome per la quale avevo lavorato prima. La canzone è diventata famosa su Internet.

Ma dovevo lavorare e non ero in grado di andare in tour e promuovere la mia musica.  Poi ho cominciato a interessarmi alla meditazione, al buddismo e agli insegnamenti spirituali. La mia musica è diventata più calma e spirituale. Un esempio di questo è stato il mio brano Non sono la mia mente, che ha raggiunto la top 10 delle canzoni più tramesse in onda degli artisti “autoprodotti”. Ho continuato a fare musica molto lentamente. Ogni singolo bisogna di 5 mesi di lavoro di notte e nei fine di settimana. Devo combinare fare musica con il  mio lavoro quotidiano.

Quali sono state le premesse del tuo nuovo disco?

Dato che ogni canzone richiede così tanto tempo per scrivere e registrare, il mio album è più una raccolta delle mie ultime canzoni. Non è un album concettuale. Ma tutte le canzoni dell’album parlano di spiritualità, meditazione e auto motivazione. L’album ha una canzone funky dedicata alla music Hi-NRG degli anni ’80 e ai musicisti come  Patrick Cowley e Mauro Malavasi. L’album ha anche una canzone elettronica. C’è un’altra canzone che è quasi una canzone progressive rock. Ci sono anche canzoni con musica che si adattano al messaggio spirituale dei testi.

Perché hai deciso di pubblicare una doppia versione italiana/spagnola di “Fluido”?

Molti dei miei cantanti italiani preferiti hanno inciso la stessa canzone in italiano e anche in spagnolo: Lucio Battisti, Mango, Franco Battiato. Anche alcuni gruppi spagnoli hanno cantato in italiano, per esempio, El Ultimo de la Fila e Aguaviva.

Io parlo Spagnolo. L’anno scorso, dopo aver sentito l’album Predacion degli spagnoli Pablo Und Destruktion  ho deciso che volevo provare anche io a cantare in Spagnolo.

Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?

In realtà non ho punti di riferimento. Scrivo canzoni suonando e giocando con il pianoforte con una certa idea del testo della canzone. Le miei canzoni nascono come melodie. Pertanto non sono collegati a uno stile. Quando sono nate non c’erano ancora gli arrangiamenti.  Poi, lascio ai miei musicisti a suonare i loro strumenti come loro vogliono. Per questo ci sono sorprese. Magari pensi che una canzone suonerà new wave, ma il tuo chitarrista suona con uno stile simile a Santana. Non si sa mai.  Ho studiato musica mediorientale, quindi le mie melodie hanno un tocco mediorientale.

Dario Margeli traccia per traccia

Si parte dalla versione spagnola di Fluido, un pezzo di moderata velocità con evidenti propensioni pop.

Si prosegue in terra iberica con Andar Por Donde Nunca Ha Estado, dominata dalle tastiere, ma con qualche inserimento della chitarra.

Ritmi quasi dance quelli di Things That Are Ok About Me, che passa ovviamente all’inglese e lascia entrare qualche influsso disco e qualche tocco funk.

Il terreno è più vicino al pop rock con una più cupa e dialettica How to Respond. Più singolare e oscillante il percorso di Non Inseguire i Sogni, ricca di synth.

La seconda parte del disco riprende e ripropone in italiano Fluido, Come reagire, versione italiana di How to Respond) e Nuove Prospettive, che si basa su Andar Por Donde Nunca Ha Estado.

Il percorso si completa con il remix di Things That Are Ok About Me e con la rock version di Come reagire.

Genere: cantautore

Pagina Facebook

One thought on “Dario Margeli: intervista e recensione”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi