Flowers For Boys, “Se questo è crescere”: la recensione

Se questo è crescere segna il debutto discografico dei Flowers For Boys, pubblicato da Mosho Dischi e distribuito da Artist First. L’album affronta il tema del passaggio all’età adulta con uno sguardo crudo e disilluso, raccontando il disorientamento di chi cerca di definirsi senza rinunciare alla propria fragilità.

Gli otto brani che lo compongono mescolano alt-rock, emo e suggestioni post-punk, muovendosi tra impeti di rabbia e momenti di introspezione. La band sceglie una scrittura diretta, viscerale, in cui l’urgenza espressiva prevale sulla ricerca della forma perfetta.

In Se questo è crescere convivono inquietudine e speranza, vulnerabilità e forza. È un disco che non teme di mostrarsi imperfetto, che trasforma il disagio in energia e la confusione in possibilità. Un esordio che guarda in faccia la realtà, ne accoglie le crepe e le restituisce in forma di canzone, con l’intensità di chi sceglie di non tirarsi indietro.

Flowers For Boys traccia per traccia

C’è un atteggiamento rock ed elettrico, ma c’è anche parecchia altra roba riversata nelle barre di Quello che mi pare, che apre il disco facendo molto rumore e segnalando influenze piuttosto articolate nei confronti della band.

Questioni di cambiamento e giudizi molto tranchant quelli che aprono Fragile, che mescola rivoluzione e confusione, mentre la sezione ritmica pompa e slappa. Muscolare e contundente, ma anche con qualche pausa riflessiva Va bene così: ci hanno insegnato a correre ma non a cadere, e pensare che si cade molto spesso.

Viaggia a ondate successive Lascia, mentre la batteria fa rotolare i propri battiti, in un brano a risacca che prende la rincorsa per poi venirti a cercare dove ti sei nascosto.

Differenze di età in Come stai, che parla di un confronto che prova ad andare al di là delle generazioni. Il confronto è necessario e incontra momenti sonori molto veementi, come se gridare, ogni tanto, fosse necessario.

Tempo di scattare una Polaroid, con l’ausilio di una chitarra che ruggisce parecchio: anche in questo caso il pezzo sembra radunare le forze per poi colpire con forza. Alternanze di chiari e scuri rendono la fotografia più interessante e contrastata.

La chitarra gira anche nell’introduzione di Dalla stessa parte del vento, prima che tutta la band inizi a far casino nella stessa direzione. Gli istinti più ruvidi emergono in modo coerente e coordinato, in un brano in realtà ricco di speranze.

Uscita un po’ più morbida quella di Ci ho provato (non è una colpa), che va a salire ma mantenendo un profilo ricco di malinconie.

Molta rabbia, molta energia, un ottimo numero di buone idee sonore: i Flowers For Boys raccolgono sensazioni intense nelle proprie canzoni e concentrano in circa 24 minuti un concentrato di forza e fragilità, con evidenti influenze internazionali ma anche con tanta personalità.

Genere musicale: rock, alternative

Se ti piacciono i Flowers For Boys ascolta anche: Elephant Brain

Pagina Instagram Flowers For Boys

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