La terza serata del Lilith Festival 2025 si celebra a Genova all’insegna dell’eclettismo, che poi è un po’ la cifra totale della manifestazione dedicata alla musica d’autrice, in grado di far emergere, nel corso di questi quattordici anni, tantissimi talenti dall’ombra, senza farsi condizionare da barriere di genere, né musicale, né altrimenti intese.
Questa sera la proposta è quadruplice: aprirà Samu L, per poi lasciare spazio a Emilya Ndme, quindi ecco Leyla El Abiri prima della headliner, Francamente.
Scalda il pubblico fin da subito Samu L, rapper genovese che sul palco porta il suo conscious rap e principalmente i brani del suo ultimo ep Primordiale. Con grande energia e coraggio, Samu racconta la sua storia di uomo trans, alternando cenni della sua vita complicata a brani che guardano a episodi storici come Stonewall.
Brani come Resistiamo e Riga dritto, molto ricchi di dettagli veri presi dal suo percorso personale, colpiscono nel segno anche per il mood sempre orgoglioso e per l’ottima tecnica con cui sono messi in campo, in una commistione tra rap e cantautorato che non lascia indifferenti.
Emilya ndMe, tra svolazzi e alt-rock
Con qualche svolazzo di pizzo ma anche con altrettanta energia, è poi il turno di Emilya ndMe: altra artista tecnicamente “locale”, nel senso che è nata a Genova, Lauretta Grechi Galeno ha poi vissuto molte vite artistiche a largo raggio. La sua proposta infatti è l’unica cantata in inglese questa sera, ma non fa fatica a entrare subito in sintonia con il pubblico.
Il set si apre con Taxi driver e poi continua a pescare dai due dischi pubblicati, l’ultimo dei quali, Piss off the neighbour, uscito poco più di un mese fa e con accenti più marcati del passato verso l’alternative rock.
E il set rispecchia questo tipo di attitudine, con accenti anche molto vibranti a volte. Ci sono brani come Am I che si concedono qualche risonanza punk in più, mentre arriva una dedica sentita su Indaco alle organizzatrici del Lilith Festival, Sabrina Napoleone e Cristina Nico (ma soprattutto Cristina, che è particolare estimatrice del brano). E del resto le due cantautrici che da sempre organizzano tutto il festival mettendosi in gioco in prima persona senza risparmio meritano tutte le dediche e i riconoscimenti possibili.
C’è un momento di ilarità quando racconta di una sua relazione tossica che però per fortuna appartiene al passato, anche perché il suo fidanzato è il chitarrista che suona con lei e che ha accanto. Il set si chiude con una cover di The Greatest e con un approccio molto rock e una sferzata di energia potente.
Il graffio di Leyla El Abiri
Le emozioni si susseguono così come le artiste sul palco: è la volta di un’altra cittadina di Genova come Leyla El Abiri, che sposta l’attenzione su un cantautorato pop molto young ma anche capace di notevoli picchi di intensità.
Il talento della ragazza si fa sentire fin dalle prime battute con Dormire, seguita da Città, che coinvolgono immediatamente il pubblico. La scrittura di Leyla prende spesso vie alternative, soprattutto per quanto riguarda i testi, ed era del resto lei giusto ieri a raccontarci nella nostra intervista la sua tecnica particolare e i suoi dubbi radicali.
Talvolta con chitarra bianca e rosa, talvolta senza, ma attiva anche con le percussioni, Leyla mette in mostra sotto i suoi folti riccioli un’attitudine particolarmente rock e sfrontata, con un look curatissimo. Ma del resto l’attenzione al dettaglio si intuisce anche e soprattutto per quello che riguarda le scelte sonore.
Classe 1999, la ragazza ha pieno controllo del palco e della situazione e anche in questo set non lunghissimo dà prova di potenzialità molto vaste, con canzoni intelligenti, ironiche e che catturano l’attenzione per non lasciarla mai. Si chiude con Speciale, condita da tamburelli, percussioni e da un urlo molto scenografico oltre che molto rock.
Francamente, tra umanità e sorprese
Attesa da tantissimi, ecco alla fine sul palco Francamente, accompagnata esclusivamente da Carmine Calia e dalle sue tastiere (e occasionalmente dalla sua fisarmonica), ma con un bagaglio di umanità davvero sorprendente.
Forte di una popolarità recente conquistata soprattutto grazie alla partecipazione a X Factor 2024, Francesca Siano non si è certamente fermata lì: sul successo iniziale di Paracadute, proposta in apertura di set, ha costruito e sta costruendo una carriera in piena esplosione grazie a singoli che coinvolgono, pungono, divertono e lasciano spazio al pensiero.
Il dialogo con il pubblico è costante e ricco di battute: Francamente è del tutto a proprio agio sul palco del Lilith, guarda in faccia il pubblico e si diverte cantando. Presenta Cattedrale (“perché siamo tutti molti religiosi”) e poi Bombe in colombe, alla ricerca di metamorfosi che sarebbero molto necessarie oggi in molti punti del pianeta.
Si parla di “mezzi di trasporto”, ma decisamente non solo, con Binari e con Punkabbestia, e quasi senza soluzione di continuità le sgorga dalla bocca un “Palestina libera” e inviti come: “Alziamo la testa e smettiamo di aver paura di una musica che può essere politica, se politica significa schierarsi contro il genocidio”.
Tutto senza perdere il sorriso, senza salire in cattedra (a dispetto della laurea magistrale in filosofia), tutto con la naturalezza di chi calca i palchi da decenni, e invece direi di no. Francesca corre sul palco, balla, salta, si offre senza risparmio.
Anche quando regala cenni di sé dicendo: “Tutto bello, tutto bello… finché non ti innamori di una donna sposata” e parte con la cover di Fiori rosa, fiori di pesco di battistiana memoria (e sarà un po’ rivoluzionaria una cover di Battisti, probabile e presunto destrorso, fatta da un’attivista queer su un palco come quello del Lilith, no?)
C’è ovviamente spazio e attenzione per il nuovo singolo Zagara, che parla di Palermo, di Santa Rosalia ma anche molto dell’autrice. Ma c’è spazio anche per altre canzoni più intime o più divertite a seconda del momento, come Fucina. Si chiude con un “momento punk”, o così lo presenta: L’appuntamento di Ornella Vanoni risulta in realtà un po’ psichedelica ma anche un po’ cabarettistica perché Francamente ne fa una sorta di commento in itinere mentre la canta, spiegando di questa povera “sottona” che è bidonata dal suo amato e ci resta sotto, presumibilmente a vita.
Non ho seguito l’avventura di Francamente a X Factor e devo confessare la mia sorpresa per la portata del talento dell’artista, non soltanto per canzoni scritte con grande qualità, ma anche per tutta la personalità e la capacità di interpretazione che ha messo sul palco. Una voce d’autrice assolutamente meritevole di grande attenzione e destinata ancora a ulteriori traguardi.
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