Cantastorie è l’opera prima di Furia, composta da tredici brani. Furia è una moderna cantastorie che supporta le sue parole e la sua musica con narrazioni visive che sono spaccati di realtà in cui lei è la voce narrante, un Io che osserva da vicino l’accaduto, restituendoci una cronaca poetica dei fatti, delle gesta e dei sentimenti della generazione di oggi e del passato.
La possibilità di creare un messaggio di speranza è rappresentata dalla presenza a fianco di Furia, del Maestro Luigi Albertelli in veste di produttore e manager, che vuole gettare un seme di speranza nella produzione musicale.
Furia traccia per traccia
Si parte da Freelance, con testo scritto da Albertelli e musica che flirta con la dance, pur avendo un andamento in grado di fermarsi e ripartire. Più cupe le atmosfere di Campionissimo, dedicata apertamente a Fausto Coppi.
C’è parecchia ironia e un po’ di astio all’interno di Addio Barbie, ritratto costruito su ritmi di dance morbida e leggermente sintetica. Manchi invece racconta la storia tragica di Sara Dipietrantonio, uccisa dal fidanzato, qui raccontata dal suo punto di vista, il giorno del suo funerale.
Ce la invidiano tutti apre con una marcetta, che poi diventa un curioso canto di protesta in salsa dance e ironica. C’è anche la voce (quasi rappata) di Lella Costa all’interno di un’altra canzone dolorosa e melodica come Giulietta.
Con Robot si torna a ritmi e toni molto giocosi, in tema di coppia. Canzone a un bimbo mai nato trae ispirazione dal quasi omonimo libro di Oriana Fallaci e veste i panni della ballata acustica e molto dolorosa.
Ecco poi Pa Paya Ya-Ya Ciao Marco, dedicata a Pannella, tra melodia, ritmetti bailati e coretti. Prendi tutto apre con la chitarra elettrica che alimenta tematiche struggenti.
Troppo facile racconta un amore oltre i limiti della pedofilia. Si chiude con la cover di Non arrossire, primo successo di Gaber.