Natali lontani per HAZE Illumina progetto nato nel 1994 ma che ha preso forma un ventennio dopo. Nell’estate del 2016 nacque l’idea dell’album Sciami di libellule, disco di otto tracce decisamente diverso dai primi lavori per quanto riguarda testi e musiche, un’idea ispirata dalla grande invasione di libellule che capitò quell’anno a Torino. Infine nel 2018 è iniziata la composizione di Appartenenza, disco pubblicato da poco.

Il vostro progetto nasce molto tempo fa ma ha trovato applicazione soltanto negli ultimi anni. Volete raccontare un po’ della storia di HAZE Illumina?

Esatto, il progetto nasce diversi anni fa. È stato un lavoro artistico, personale e spirituale, un evolversi in tutti e tre i campi. Con il tempo ci siamo accorti che guardando nello specchietto retrovisore tutto è perfettamente collegato. Siamo partiti da un genere molto di nicchia dalle vibrazioni molto basse immerse nel colore rosso.

Il nostro logo all’inizio era circondato dal rosso passando attraverso il bianco e il nero delle copertine di “Immaginianime” e “Libero Arbitrio”, quindi al viola di “Sciami di Libellule” per poi finire ad una congiunzione dei tre colori arancione, verde e viola in “Appartenenza”. Questo ha determinato il passaggio dalla duplicità del duo al trio.

Questi passaggi hanno determinato un cambio dello stile di tecnica compositiva e allo stesso tempo l’avvicinarsi a melodie più pop ma senza perdere il suono che ci contraddistingue.

Parliamo del disco: come sono andate le lavorazioni di “Appartenenza”?

Appartenenza è un disco contaminato da diverse persone più che da diversi stili, persone che abbiamo incontrato durante il lavoro. Anche se queste hanno contribuito con piccoli interventi, consigli e sfumature, noi le abbiamo inserite tutte e alla fine il risultato è un disco

molto complesso e pieno di dettagli.

Anche questa volta abbiamo registrato le voci da Vicio (Subsonica) e anche lui c’ha messo del suo: voci, sintetizzatori, effetti sulle voci, eccetera… Per esempio l’idea di rendere i brani ballabili è arrivata da una chiacchierata con Mamadou Dioume, attore e regista Senegalese che, parlando di musica, è intervenuto richiamando il connubio tra musica, poesia e danza. E ritorna sempre la triade che ovviamente caratterizza “Appartenenza”.

Anche Riccardo Corradi, cantante dei SYNDONE, ci ha dato alcune dritte su come migliorare il canto delle linee vocali e anche i suoi consigli sono parte di “Appartenenza”.

Sulla vostra pagina Facebook leggo come interessi del gruppo: “Alta tensione di spiritualità attraverso un’introspezione curata nel minimo dettaglio”. Come si fa a far convivere spiritualità, introspezione e rock?

Come detto prima sono principalmente parte di noi. Il rock è ribelle ma anche la spiritualità, la ricerca e l’esplorazione di se stessi lo sono. Anzi, forse la vera ribellione sta proprio in quello. Laddove tutto è uniformato chi urla viene a galla ed è il ribelle. Oggi come oggi invece, in un mondo dove tutti urlano, il silenzio, la comprensione sono la vera ribellione il vero rock.

Avete fatto due cover di Battiato. Quali sono gli altri vostri punti di riferimento musicali?

Nella composizione di “Appartenenza” abbiamo percepito la presenza di influenze tra i Prodigy e i Depeche Mode, tuttavia la chitarra, a tratti metal a tratti funk, indirizza tutto altrove. Infine con l’aggiunta di parti melodiche armonizzate cantate in tre il risultato prende una piega tutta sua, crediamo tutto sommato originale! :-)

Come kit batteria dopo un po’ di ricerche e prove abbiamo optato per un kit drum Dub Step che dà quella presenza ritmica che ci serviva, completamente opposta alla scelta fatta per “Sciami di Libellule”.

Quali saranno i vostri prossimi passi?

Cercheremo di promuovere il più possibile “Appartenenza” anche perché i 14 brani sono per noi tutti importanti e quindi andremo avanti per tutto l’anno a presentarli uno ad uno.

Per ora abbiamo presentato delle anteprime con video non ufficiali (“In Volo” è disponibile su YouTube a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=Or54ERsPRow ) ma stiamo lavorando sui video clip ufficiali in attesa di preparare un live con batterista e chitarrista in aggiunta sul palco.

HAZE Illumina traccia per traccia

Il disco si apre con la title track Appartenenza, un brano piuttosto energico e aggressivo con tratti electro molto spiccati.

Un po’ più sfumate le sensazioni trasmesse da Come Vento, in cui l’interazione tra le voci si fa più assortita, su ritmi più tranquilli.

Espressioni misteriose quelle di Fuori di qua, che si fa muscolare e con ritmi piuttosto serrati.

Brano omonimo, Haze Illumina sconfina quasi nel crossover, con un atteggiamento piuttosto aggressivo di fondo.

Si viaggia su alcuni contrasti con Siamo Sole, canzone “luminosa” per quanto riguarda il testo ma piuttosto oscura negli sviluppi.

In Volo parla di premonizioni, con sonorità electro piuttosto articolate e ritmi alti.

Gli aspetti più misteriosi della band si manifestano di nuovo in una Intorno a te piuttosto oscura e ambigua.

Una rinascita di stampo chiaramente electro attende l’ascoltatore con La Fenice, “in continuo mutamento” come dice anche il testo.

La Molteplicità disegna traiettorie composite, con sonorità che hanno molti strati diversi. Contraddizioni e contrasti si delineano all’interno de La ragione mente.

Temi di ispirazione religiosa caratterizzano La Regina, con alcuni punti di vista originali che si delineano dal testo.

Si viaggia verso Oriente con Narayana, ripida di battiti e di concetti energetici. Si torna a suoni muscolari con Pandora.

Il disco termina con Resilienza, ultimo pezzo dal carattere molto forte.

Gli HAZE Illumina portano a termine un disco di una certa complessità ma anche fluido e ricco di sonorità interessanti e contemporanee.

Genere: electro rock

Se ti piacciono gli HAZE Illumina assaggia anche: Bright Lights Apart

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