Isolation Culture in uscita su Maple Death Records / Tannen Records (Eu/Uk) e Hand Drawn Dracula (ROW) è il secondo album degli His Clancyness. Il tutto era cominciato come progetto solista del cantante/chitarrista Jonathan Clancy, ma infine ha trovato una nuova forma. La band ora è stabilmente composta anche da Jacopo Borazzo (Disco Drive), Giulia Mazza (A Classic Education) e Nico Pasquini (Buzz Aldrin, Stromboli).
Negli ultimi due anni la band si è ritirata a Bologna nel suo scantinato-headquarter, gli Strange City Studios per dare forma a una nuova estetica. Per questo disco hanno lavorato con Matthew Johnson (o MJ com’è conosciuto in quanto front man degli Hookworms) presso i Suburban Home Studio a Leeds, e con Stu Matthews (Beak, Anika, Portishead) agli Invada Studio dei Portishead.
His Clancyness traccia per traccia
Il discorso si apre sul pianeta lontano di Uranium, con sonorità astratte che si fanno via via più concrete, seguendo il tracciato del drumming. Si prosegue poi con una Watch Me Fall piuttosto soft. Pale Fear è eretta sulla base di una ritmica a loop, che sulle prime contrasta con il cantato morbido, ma poi si spiega meglio con gli incisi/refrain più acidi e psych. L’esito finale del pezzo è molto più aperto, quasi pop-rock, e tutto sommato sorprendente. La title track Isolation Culture si avvicina a concetti new wave, soprattutto per opera della chitarra.
Dream building dreams circonda l’ascoltatore con dolcezza, per una lunga introduzione soffice, che lascia però spazio a un finale molto più intenso e incalzante, in cui si inserisce anche un sax impazzito. Dopo il breve intermezzo di Isolate me ecco il passo lento di Calm reaction, capace di diffondersi su pianure elettriche piuttosto vaste.
Xerox Mode, al contrario, accelera bruscamente, si porta in territori apertamente rock, compensa con l’energia la struttura semplice. Si procede poi con Impulse, di nuovo morbida, con qualche tentazione pop e qualche memoria di decenni passati, sorretta da un buon giro di basso. Il finale psichedelico e accelerato arriva a completare il percorso.
Nausea arriva, filtrata e vibrante, a placare di nuovo gli istinti. E dopo l’intermezzo di Cuuulture, si chiude con Only One, finale accelerato e martellante, in cui i contrasti si fanno più vividi e le direzioni più nette.
Canzoni mutevoli, ricche di cambi di direzione, che accelerano o decelerano improvvisamente, che cambiano colore. Il disco di His Clancyness è ricco di sensazioni mutevoli, come se il cambiamento continuo fosse l’unica strada che si può seguire con costanza. Un buon disco, sfuggente ed energico, forte di un vasto panorama di suggestioni.
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