Howe, “Don’t step on the snails”: la recensione

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howeHowe è il nome dietro cui si cela un misterioso producer, che dopo alcune esperienze in ambito house per label prestigiose come Defected e Snatch e un lavoro dietro la scrivania come a&r/label manager, ha deciso di indossare una maschera e tornare a esprimersi in libertà. Il risultato è Don’t step on the snails, un disco di elettronica con influenze che passano tra moderno r&B, ritmi spezzati da dancefloor, indietronica, jazz e schegge rave anni ’90.

“Strutture fisse, 16 battute di intro, 4 di bridge, utilizza il synth che ora va di moda, i sample che adesso tirano, stai nei 6 -7 minuti, chiudi con solo kick. Ero sinceramente stufo. Perciò molto liberamente e volontariamente sordo ad ogni disco che usciva e che andava in quel periodo ho acceso il pianoforte e iniziato a giocare con il computer, i sample, i synth. Il risultato è quello che sentite”.

Howe traccia per traccia

Dopo la breve e introduttiva A colourful umbrella, ecco il battito sincopato di Glorious Hay Days, con Ray Wilson e con il vocoder a fare da contrappunto a sonorità elettroniche diffuse e soft. Molto più robuste le sensazioni di Let Goud, che si rapporta in modo molto più concreto con il mondo techno ed edm.

Lole mantiene maggiormente la calma, anche se il battito che la sorregge è determinato: ma i suoni qui emergono piano piano dal basso. Anche Mm prende un giro largo per proporre le proprie emozioni, lasciando che facciano un percorso molto naturale e morbido. La title track Don’t step on the snails include un range vario di voci su tappeti sonori ricchi di scintillii.

Ritornano Ray Wilson e il vocoder all’interno di Three Things, un pezzo sbilenco e soffice. Si chiude al contrario con un brano molto tranquillo e rettilineo, anche se portato verso estremità drammatiche, con le tastiere che si occupano di tutta l’atmosfera, come Postalgie.

L’album di Howe si inserisce perfettamente nel panorama elettronico contemporaneo, utilizzando però al contempo molte soluzioni personali. Il risultato è un disco di ispirazione varia e di ottimo interesse.

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