I Selton annunciano tre nuove date nei club delle principali città italiane, dopo tre appuntamenti speciali in Brasile, dove suoneranno per la prima volta i brani estratti dal nuovo album Gringo Vol. 2 (Island Records Italy), secondo capitolo del più ampio progetto a doppio disco iniziato con Gringo Vol. 1 nel 2024. Alla grande festa live dell’Alcatraz di Milano del 22 gennaio 2026, infatti, si aggiungono anche le date di Roma (20 dicembre, ingresso gratuito), Molfetta (24 gennaio) e Bologna (25 gennaio).
Gringo Vol. 2 conferma la coerenza concettuale e visiva del progetto: se il primo volume si presentava con il verde, il secondo arriva con una copertina rosa, ideata dal bassista e grafico della band Eduardo “Dudu” Stein Dechtiar. Verde e rosa sono i colori storici della Mangueira, una delle scuole di samba più importanti di Rio de Janeiro fondata da Cartola, che li scelse come simbolo di libertà creativa e originalità. Un’intuizione che i Selton fanno propria, rifiutando vincoli e classificazioni per riportare al centro la libertà di creare musica “straniera”, curiosa e in continua trasformazione.
Prosegue quindi il viaggio musicale del progetto GRINGO, con il Vol.2 che amplia lo sguardo e invita l’ascoltatore a esplorare nuove prospettive sonore ed emotive. La band porta avanti il proprio lavoro artigianale, fatto di sperimentazione continua, prove instancabili alla ricerca di un suono autentico lontano dalle modalità contemporanee più veloci e standardizzate.
Il processo creativo di Gringo è stato guidato dal producer, vincitore di Grammy, Ricky Damian, il cui sguardo da italiano a Londra ha permesso ai Selton di superare i propri limiti, sperimentare senza paura e approfondire ogni dettaglio. 60 idee iniziali si sono trasformate in 23 canzoni, costruite con cura per creare un equilibrio tra contrasti e armonia, tra energia e introspezione.
Gringo Vol. 2 è un disco che desidera lanciare messaggi nello spazio, come bottiglie con lettere scritte a mano. I Selton guardano ad un tempo molto antico quando si viveva solo per il presente e il futuro non era ancora nei piani. Questo sguardo al passato diventa così, per assurdo, un invito a costruire qualcosa di nuovo.
Stiamo cambiando così in fretta — nei gesti, nei pensieri, nel nostro DNA — che gli esseri umani che eravamo stanno scomparendo, trasformandosi in qualcos’altro. Per metà essere umani, per metà macchine, viviamo in un dialogo continuo con un futuro che a malapena riusciamo a intravedere. E noi che ci sentiamo ancora piccoli artigiani della musica, abbiamo voluto lanciare la nostra bottiglia nello spazio. Dentro ci abbiamo messo tutto ciò in cui crediamo, tutto quello che vediamo e sentiamo. La nostra poesia imperfetta. Nella speranza che un giorno possa servire a vederci da lontano — ma soprattutto, intanto, ad aiutarci a capirci da vicino

