iBerlino, “Hai mai mangiato un uomo?”: la recensione

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Dopo l’esordio del 2014 e il successivo ep “Follie d’autunno”, ecco il nuovo album del duo iBerlino dal titolo Hai mai mangiato un uomo? prodotto da La Bionda Records.

Un ritorno sulle scene per Mirko Difrancescantonio e Fabio Pulcini che realizzano un disco scuro, urbano e profondo che parla di smarrimento, di confessione e di ritrovamento dell’uomo in un contesto urbano.

iBerlino traccia per traccia

Dopo l’introduttiva Intro, ecco gli sviluppi new wave allungati su Senti il cielo come me, chitarra che si lamenta ed elettronica.

La partenza ha atmosfere plumbee e un rapporto genitoriale complicato alla base. Neve arriva in modo graduale, sempre accompagnata da cieli pesanti e grandi nuvole elettriche ed elettroniche scure, nonostante la voce di Susanna Regazzi tenti di alleggerire il peso.

Fotografia sceglie percorsi meno minacciosi e più malinconici, con la chitarra sempre impegnata a scavare in profondità nelle emozioni. L’età dell’innocenza è un’età elettrica e quasi noise.

Un seme, al contrario, spoglia dell’elettricità la sostanza della canzone e opta per una via melodica “classica”. Si torna alle inquietudini elettriche con Come andar di notte, che si allunga su idee psichedeliche. Panorama scarno e minimale per Non si può vietare in un deserto, altra suite di carattere sciamanico che chiude il disco.

Lp di lettura complessa per gli iBerlino, che portano l’ascoltatore attraverso scenari apocalittici, per trasmettergli contenuti non sempre immediati. Sonorità omogenee per un disco che suggerisce, più che dare risposte.

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