klee projectKlee Project è un’idea che riunisce Roberto Sterpetti ed Enrico “Erk” Scutti con personaggi come Marco Sfogli, Lorenzo Poli e Antonio Aronne. Il tutto accompagnato da un’orchestra sinfonica diretta da Francesco Santucci, con la collaborazione di Tina Guo (Foo Fighters, Cirque Du Soleil, John Legend) al violoncello. Registrato presso lo studio di registrazione di Memphis a Roma di Gabriele Ravaglia (Fear Studio), con l’arrangiamento di Francesco Altare e il mastering di Riccardo Parenti, The Long Way sarà disponibile il 28 ottobre via Memorial Records.

Klee Project traccia per traccia

Il disco prende il via da Everybody Knows, intenso ed energico rock con caratteristiche stoner e post-grunge. L’energia e l’impatto si duplicano con un pezzo come Southern Boy, che vive di accelerazioni e di robuste schitarrate.

La title track The Long Way si apre a ventaglio su sonorità aggressive fin dalle prime battute. Qui si avvertono, sovrapposti, gli influssi del metal classico (per esempio nei cori), quelli del grunge, quelli dello stoner e del nu metal. Ci si avvia verso la ballata con If You Want, tra note di pianoforte e cantato morbido. Poi il pezzo diventa meno morbido ma non meno struggente.

The Prisoner propone qualche occasione di oscurità, con gli archi che si impegnano in un concerto lavoro di tessitura. Melodia e sonorità indurite trovano un punto d’equilibrio nell’arco del pezzo. Le sensazioni “orchestrali” prendono una forma particolarmente concreta in Hereafter, che però si aiuta anche con percussioni sintetiche utilizzate con una certa liberalità.

Con Time is over si torna a un robustissimo rock tradizionale, con un drumming molto roboante, soprattutto nel finale. Your Sacrifice prosegue nell’alternanza tra forte e piano, scegliendo questa volta modi molto più soft, sopratutto nell’incipit, che poi si trasformano in giochi di gruppo più allargati, a livello strumentale, con l’andare della canzone.

Close to me si produce in qualche cambio di ritmo, tutto all’interno di un discorso piuttosto rumoroso, con incisi quasi rappati. Rock consistente e piuttosto standard, salvo qualche stop and go, per You Should Be Mine, mentre con This Game si apre con un riff piuttosto vanhaleniano, ma poi rallenta, si guarda intorno e sceglie di nuovo la strada della ballad energica. Chiusura sul morbido con la melodica Lucrezia’s Night, che prevede anche una “reprise” finale.

Non tragga in inganno la presenza dell’orchestra: benché filtri qualche idea sinfonica qui e là, il Klee Project è una rock band a tutto tondo. L’utilizzo di strumenti non classici per il rock (a meno che non si risalga all’epoca del rock sinfonico) è operato con criterio e non sovrasta una matrice ruvida e sincera.

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