Il nome della band, ma anche del disco, è Cronaca e Preghiera, e se uno si concentrasse sulla seconda parte del nome penserebbe a una band di Christian Rock (e perciò passerebbe automaticamente ad altro).
Ma non è così, per fortuna: la band formata da Giuliano Billi, Francesco Salvadori, Ljubo Ungherelli e Vanessa Billi, con svariati annessi e connessi, si occupa di realtà circostante con una certa dose di cinismo e senza risparmiare colpi.
Si parte con un rock medio e marcato, La vita al tempo della crisi, che anche a livello di testo si contraddistingue per una certa complessiva moderazione, almeno a paragone con certi episodi seguenti.
Molta minore moderazione all’interno di Condominio, tra paesaggi urbani di degrado e ritmi new wave, che precipitano ulteriormente con gli svolazzi di Le cose sexy.
Ritmo vagamente trance per Costa meno andare a troie (c’è bisogno di specificare qualcosa sul testo? Nel caso, scrivetemi che vi spedisco un diagramma) uno dei pezzi più “forti” del disco, in tutti i sensi dell’aggettivo.
Se ho fame fumo (introdotta da un’appropriata finta pubblicità tratta dal “Dittatore del libero Stato di Bananas” di Woody Allen) si spinge oltre la barriera dell’assurdo con la forza di un rock potente e articolato.
Ma se il discorso dell’assurdo interessa, allora non si può perdere L’abominevole uomo cupo, un recitato di curiosa valenza, nonché una sorta di ballata decisamente non classica.
Si torna al cantato con Sogni infranti a Paderno Dugnano, concetti di cronaca dell’hinterland milanese e di teologia affondati in salsa rock piuttosto tetro e a ritmo lento.
Ucciderti a rate richiama panorami parzialmente CSI, con elettricità sparsa, spirito punk e voglia di distruzione sparsa. La chitarra risuona profonda nella cover de La Croce di Alessio Bonomo, che vanta anche un intermezzo tastieristico nel punto più significativo della canzone.
A seguire una sorta di divertissement/denuncia sociale su alcuni comportamenti disinvolti in Mi sposo un calciatore. Chiude Una splendida giornata di sole, blues rancoroso dall’umore nero piuttosto divertente.
Ci sono molte idee nell’esordio di Cronaca e preghiera, e ribollono tutte nel calderone multiforme che è l’album. C’è anche una ricerca attenta della sonorità giusta, a prescindere dal genere di riferimento, anche se il rock-blues è la chiave prevalente.
Avere molte idee non significa automaticamente fare un disco interessante, tuttavia nel caso specifico la band milanese-fiorentina prende dal rock italiano del passato quel tanto di ispirazione che serve a costruire un disco robusto, spietato nei testi, solido a livello musicale e molto ispirato.

Cronaca e Preghiera è in realtà un quartetto, non un trio.
Non avendo ricevuto alcuna notifica di licenziamento in tempi recenti, deduco di essere ancora parte della band.
Cordiali saluti.
Ljubo Ungherelli, Firenze
Una svista, dannazione, una svista!
Chiediamo scusa a Ljubo e speriamo che non si verifichi mai l’eventualità del licenziamento, articolo 18 o meno.