La recensione: “Minimal Whale”, Minimal Whale #TraKs

a3434582428_2

Un debutto “adulto”: Minimal Whale rappresenta l’ep di esordio del gruppo omonimo, ma ascoltandolo non si direbbe di trovarsi di fronte a una band senza nulla alle spalle.

E infatti non è così: il disco, composto da sei brani, si muove su sonorità math rock, emo core e post rock. E i Minimal Whale non sono absolute beginners: Nicola Magri proviene da Calomito e Numero 6, Matteo Orlandi e Davide Avanzini erano entrambi membri degli UPON – Unsolved Problems Of Noise.

Buono il ritmo e buonissimi i contrasti di colori di cui è portatrice Five on Four, la traccia d’apertura: al sound piuttosto granitico (ma senza estremi) portato dalla sezione ritmica si oppongono le oscurità del sax, per un risultato che rimane in territorio rock ma acquista sfumature molto interessanti.

Piuttosto “garage” la partenza di Cage (sarà anche la sgasata di moto iniziale) che conferma la partenza con un corpo della canzone altrettanto robusto, e con sonorità e ritmiche molto 90s.

Lay down vede il ritorno del sax in un pezzo dal mood variabile, fluido e con l’andamento che permette anse di meditazione qui e là. Buone le accelerazioni e le oscurità di Virginia’s Whale, capace di prendere fiato qui e là per poi scatenarsi in vortici di apprezzabile potenza.

Picture corre su ritmi appassionati e brucia l’introduzione in un amen, salvo poi fermarsi un po’ a contemplare il panorama, lasciando buono spazio alla sezione ritmica e anche al Rhodes che, nelle mani di Agostino Macor, regala qualche suono patinato.

Ultima traccia 8 Blind Steps, che mette in evidenza un notevole lavoro di batteria e una notevole varietà sonora, che come si è visto è fra le qualità di base della band.

Il gruppo è senz’altro interessante, guarda con interesse ai decenni scorsi (soprattutto 70s e 90s) ma senza lasciarsi tirare dentro in discorsi troppo vintage, cura il suono e cerca sempre soluzioni intelligenti.

Stando sul versante più “morbido” del math rock e di ciò che sta intorno, i Minimal Whale hanno la possibilità di osservare con attenzione i paesaggi senza farsi risucchiare né nel vortice degli assoli, né nell’aggressività come se non ci fosse un domani. Il risultato è più che apprezzabile.

Rispondi

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi