Ha già attirato qualche paragone piuttosto illustre L’insostenibile leggerezza di Bue, l’album d’esordio di Bue, il quartetto capitanato da Simone Bova.
Ma al di là dei paragoni va registrato l’arrivo in grande stile di una nuova band di pop elettronico ben scritto e ottimamente temperato.
Leggera e veloce apre il discorso Le gite al mare, che si iscrive al filone del pop elettronico con qualche esplicito richiamo agli anni Ottanta.
Un po’ più oscura, ma senza esagerare, Medardo; e se con il brano precedente poteva venire alla mente certo pop italiano (da Garbo al Battiato più solare) qui si viaggia in avanti di qualche decennio, zona Baustelle.
Ironica e curiosa Sotto le suole, con ritmo piuttosto veloce ma toni contenuti. Luci più basse per Lo Scettico, dalle linee essenziali e dal tono da cantautore.
Pop veloce e influenze elettroniche di varia provenienza (UK, euro e italiana) per Consumare, leggera invettiva geometrico/fisica contro il consumismo.
Una fine razionale fa affidamento a percussioni più incisive per descrivere lo stadio finale di un rapporto. Monolocale alza un po’ la voce ma sempre con contegno. Coretti finali e idee psichedeliche completano un quadro molto colorato.
Va tutto bene procede in accelerazione, con un ritmo che prende qualche pausa ma si muove verso la crescita.
Al contrario di svariati brani precedenti, Tiziano oltre la Gravità ha qualche ispirazione orchestrale e la musica si muove più spesso sotto le luci del palcoscenico, relegando talvolta la voce in secondo piano.
Si chiude con Sul fondo, che abbraccia la melodia classica e lo stile cantautorale italiano, con un ritornello quasi da anni 60.
Una voce originale, con il giusto dosaggio di testi intelligenti ma mai involuti, e una struttura elettronica leggera e flessibile, sulla quale salire in modo fluido e senza sforzo: ottimo esordio, si attendono ulteriori conferme future.