Di trilogia in trilogia: il cantautore Gian Luca Mondo ha appena pubblicato Rivelazioni, nuovo video e singolo nonché seconda parte della trilogia di video “L’angelo osservatore”.
La trilogia fa parte di Petali, nuovo disco (qui la nostra recensione) nonché terza parte di una trilogia di cui però il secondo disco, Perle, non è mai uscito. Vi siete persi? Ok, intanto ecco il video, e a seguire la nostra intervista con Gian Luca Mondo.
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Puoi raccontare cos’è successo nei quattro anni trascorsi da “Piume”?
Dopo aver inciso Piume a Torino, dove sono nato, ho subito iniziato a lavorare al seguito, Perle. Poi, a causa di una serie di vicissitudini ho abbandonato le registrazioni e mi sono trasferito a Genova, città che amo.
Lì ho scritto per lo pìù frammenti che sono finiti in un libro e ancora adesso vivo a Genova con Sweet Penelope e Kafka Mondo, i miei gatti.
Solo dopo oltre tre anni ho ricominciato a scrivere qualche canzone e a pensare a Petali, per concludere una mia ideale trilogia sulle cose che avevo da dire.
Posto che l’umore di “Petali” mi sembra piuttosto oscuro, qual è stata l’atmosfera in cui l’hai composto?
Non so dire in che atmosfera ho composto Petali, di solitudine probabilmente. Ma anche di grande amore, di un diffuso misticismo, diffuso perlomeno nel mio soggiorno.
Le canzoni sono impregnate del mio amore per il folk, scozzese, inglese, americano. Sono stracolme di citazioni dei miei artisti preferiti, che fanno parte di me. Diceva Bob Dylan, le canzoni sono il mio lessico.
Mi pare che “Crapshooter” sia una delle canzoni più significative del disco: come nasce?
Crapshooter è stata scritta in una sera, e di questo ha i pregi e i difetti. Scrivo in maniera impulsiva, magari una volta ogni quattro anni, ma scrivo in fretta e non lavoro sui testi dopo il primo vomito.
Sono molto contento quando nelle recensioni viene apprezzata la cura nella scrittura dei testi, ma sorrido. Non è ovviamente merito mio.
Crapshooter è quella sera in cui si cerca di dire tutto in una volta sola. E’ una lettera, come tutte le altre canzoni, mie e di chiunque altro.
Gian Luca Mondo: incantesimi e uomini misteriosi
Puoi spiegare le due dediche nei titoli di “Valentina Blues (per Carr)” e “Il punto del cinghiale (per Skip James)”?
Carr è un mio amico fraterno e Valentina Blues è una canzone che ho scritto perché lui me lo chiese. Poi ho mescolato molto di mio e di altri, però Valentina sarà sempre per Carr. E’ una delle varie canzoni di Petali basata su St. James Infirmary Blues; tutto il disco gira attorno a questa canzone immensa.
Skip James è un uomo misterioso che ha lanciato pochi ma profondi incantesimi. Le sue incisioni, la sua voce e il suo modo di suonare sono nella storia del Blues. Ho pensato che la canzone del Cinghiale potesse ben rappresentarlo, anche se la canzone è ispirata dalle Illuminations di Rimbaud e dal film The Blair Witch Project.
Contemporaneamente al disco pubblichi “Madonna delle cicatrici”, il tuo secondo libro di poesia. Che cos’ha in comune con “Petali”?
Il libro condivide con Petali la modella in copertina.
Ci sono alcuni testi di Petali tra le pagine, ma il percorso va in una direzione differente, forse complessa.
Ritengo però che sia il prodotto migliore tra quelli a cui per caso ho lavorato e mi vanto di avere la prefazione a cura di Michele Gazich, uno dei più profondi poeti italiani contemporanei.