Con una carriera già piuttosto significativa alle spalle, i NoN (ex NonViolentateJennifer) ripartono quasi da capo e pubblicano Sacra Massa, un ep che lascia intravvedere un futuro brillante e molta sostanza presente (qui la recensione). Li abbiamo intervistati.
I NoN sono “eredi” di una band precedente, oltre che della lunga storia musicale che avete alle spalle. Mi potete raccontare la vostra storia e spiegare la cesura con il passato, con tanto di nuovo nome?
La nostra storia è lunga e forse anche noiosa, ti posso dire che NoN è il primo progetto che ci rappresenta a pieno ed è la naturale prosecuzione dei NonViolentateJennifer dai quali non è assolutamente cambiato lo spirito con cui affrontiamo la materia.
C’è stata solo la necessità di mettere maggiormente a fuoco le nostre intenzioni, da qui la decisione di usare per la prima volta le chitarre che ha portato a una ridefinizione del suono e ci è sembrato giusto marcare il cambiamento con un’abbreviazione del nome.
Tutte le nostre precedenti esperienze, che ci hanno visti coinvolti anche nella realizzazione di dischi e tanti concerti erano affrontate per lo più in veste di meri esecutori.
Mi sembra che i NoN condividano con i vostri progetti precedenti un forte malcontento e una visione piuttosto cruda della vita. Voglio dire, non che il tutto non sia condivisibile, e non che vi stimerei di più se cantaste canzoni su quanto è gioiosa la vita, in particolare oggi in Italia, ma non è un po’ inquietante questa conservazione della rabbia nel corso degli anni?
A noi la conservazione della rabbia, come dici tu, non inquieta per niente, anzi riteniamo sia importante mantenerla, almeno nella misura in cui ti permetta di non allinearti ai pensieri ricorrenti, ai facili falsi cambiamenti che ci vengono gridati addosso tutti i giorni.
Però più che di rabbia parlerei di consapevolezza dell’aspetto dualistico presente in ogni cosa, politica, materiale o spirituale che sia. Crediamo sia sempre più difficile avere uno sguardo lucido su quello che ci circonda e questa consapevolezza è uno strumento necessario per non farsi inghiottire dai mostri.
Comunque ci teniamo a precisare che noi siamo assolutamente pacificati con le nostre vite, caso mai i nostri fantasmi li mettiamo nella musica che facciamo, che tanto di gente che canta la/con leggerezza e spensieratezza ne è pieno il paese.
Mi sembra che i testi abbiano caratteristiche anche molto differenti l’uno dall’altro: se ne “La fine del mondo” avete scelto di usare qualche gioco di parole per un dialogo ai limiti del surreale, “Lo spettro delle possibilità” parla di rapporti interpersonali facendo uso di un’elencazione, mentre “Un’altra notte” fa uso della realtà quotidiana. Come nascono e da che cosa traete spunto?
I testi nascono nelle maniere più diverse. Gli esempi che hai fatto sono ben rappresentativi, per “La fine del mondo” si è trattato di costruire, quasi in maniera certosina, il testo sopra una musica che avevamo già creato.
“Lo spettro delle possibilità” è un testo di Massimiliano a cui io (Andrea) ho aggiunto solo l’ultima strofa e che ha passato un’enormità di versioni, anche molto diverse tra loro, prima di trovare quella che ci soddisfacesse.
“Un’altra notte” nasce da un sogno fatto dopo la lettura della biografia di Piero Ciampi, e fa piacere che tu lo accosti alla realtà quotidiana perché in realtà io pensavo avesse a che fare più col passato, con la provincia in cui sono cresciuto.
Non è il primo ep che pubblicate e la domanda sorge spontanea: a quando un lp?
In realtà non sappiamo bene neanche noi se considerare “Sacra Massa” un ep, certo ne ha più o meno la durata, ma di solito gli ep sono qualcosa di accennato, qualcosa che per essere compiuto ha poi bisogno di un album vero e proprio.
In questo caso invece a noi sembra ci sia l’unità che richiede un lp, forse possiamo considerarlo un album breve… Questo non vuol dire che non approfondiremo ed espanderemo il discorso, anzi, anche se al momento la priorità è organizzare i concerti, pensiamo di poter avere materiale a sufficienza per un album più generoso nella durata, già dal prossimo anno.