E’ uscito il 23 ottobre Mondial Frigor di Torakiki, il trio di base a Bologna dal nome ispirato ai manga degli anni ’80 (qui la nostra recensione): abbiamo fatto un’intervista alla band di Alessandro Rizzato, Kevin Parrino e Giacomo Giunchedi, che ha risposto alle nostre domande.
Mi raccontate la vostra storia?
Ci conosciamo da anni. Abbiamo già suonato insieme e in generale siamo delle persone molto legate. Il primo dei tre a interessarsi di elettronica è stato Alessandro. Lui e Kevin passarono alcuni mesi scambiandosi del materiale e sistemandolo insieme.
Io mi sono aggiunto assieme a un ragazzo che suonava la batteria, Maurizio. Per un po’ di tempo siamo stati in quattro e abbiamo avuto un approccio più dinamico, roba simile ai Battles.
Poi la formazione si ridusse a tre, comportando l’esigenza di riarrangiare i brani in chiave più leggera. I tre brani del nostro ep vengono fuori principalmente da quella seconda fase.
Mi sembra che le tre tracce del vostro ep possano rappresentare tre facce piuttosto diverse della vostra band. Mi raccontate qualcosa della genesi dei tre brani?
E’ vero, si tratta di tre brani composti rispettivamente da uno di noi e poi rimasticati insieme. Dorothy nasce da un’idea mia. L’ho composta sul basso. Una di quelle cose che componi in tre minuti, mi è subito piaciuta e dopo averla buttata giù la feci subito ascoltare a Kevin. E’ un pezzo su cui abbiamo lavorato principalmente in pre-produzione, al contrario degli altri due.
Tree|moon è nato da un’idea di Alessandro, composta sul suo monome (uno strumento diabolico). Ha avuto una lunga genesi dalla quale si può dire che abbiamo forgiato gran parte del nostro attuale sound, è un po’ il nostro inno.
Pink Head nacque invece da un’idea di Kevin. L’aveva composta su Logic, giocando con un giro di basso che ossessivamente rincorreva un molestissimo ritmo. Abbiamo iniziato a lavorare sul pezzo quando eravamo ancora in quattro, con Maurizio, il nostro ex batterista, e credo che sporgendo l’orecchio ciò si colga, ci sono delle dinamiche molto accentuate.
Perché vi siete limitati a tre brani nell’ep? Avete già altro materiale pronto e pensate a futuri lp oppure preferite la lunghezza breve per il vostro tipo di musica?
No, è stata una scelta da un lato economica e da un lato strategica. Abbiamo preferito tastare il terreno prima di capire dove indirizzarci. I nuovi brani sono in cantiere, anzi, le registrazioni dell’album sono già iniziate.
Penso che la vostra musica si presti particolarmente a collaborazioni, interventi esterni e interpolazioni di vario genere. Avete in cantiere qualche collaborazione futura oppure vi piacerebbe realizzarne qualcuna in particolare?
Esattamente. Siamo molto attratti dall’idea di fondere la nostra musica con l’arte, in generale. Stiamo sviluppando, grazie alla mente ingegnosa di Alessandro, dei visuals con cui accompagnare i nostri live, e da questo punto di vista credo di spingeremo abbastanza a fondo per esplorare nuove vie da percorrere.