MS and Elvina Pinto: andare nella stessa direzione

ms and elvina pinto

Un ep, The Well, che porta in dote incontri e idee provenienti da diverse parti del mondo (qui recensione e streaming): MS and Elvina Pinto raccontano con la propria musica sfumature di vario genere ma omogenee. Li abbiamo intervistati.

Potete riassumere la vostra storia fin qui?

Veniamo da realtà piuttosto variegate: il Canada, il Qatar, la valle umbra Sud, la Germania, la ex Jugoslavia. Questo lo si può evincere dal fatto che ci piace cantare in lingue differenti. Nell’ep ci sono brani in inglese, russo e italiano. Al momento stiamo lavorando a un pezzo in tedesco ispirato a una telenovela che si chiama “Verbotene Liebe”, amore proibito.

Con quali premesse avete messo mano al lavoro su questo disco?

Fortunatamente, abbiamo scoperto di avere gli stessi gusti musicali: il country, la bossa nova, la canzone italiana e anglofona. Quindi abbiamo capito che potevamo andare nella stessa direzione. I Pacific Studios di Dan Kinzelman a Foligno ci hanno dato l’opportunità di lavorare in vecchio stile: abbiamo portato dei brani incompleti in studio, e abbiamo collaborato insieme a Dan e agli altri compositori (Espada de Drago e Barry says Hi) in modo tale da trovare gli arrangiamenti adatti. Volevamo fare un ep che piacesse innanzitutto a noi, a prescindere da ogni altra considerazione. La BVR Records ci ha supportato e dato carta bianca.

Come nasce “Trasloco”?

“Trasloco” nasce come una cantilena. Avevo (MS) in mente l’incipit, “andare alle corde, ma senza paura”. Mi piaceva, e l’ho sviluppato. E’ una sorta di apologia dell’atteggiamento remissivo che viene rimproverato a molti “giovani”. Purtroppo oggi si è considerati “giovani” fino a 40 anni, e ai “giovani” si chiede di corrispondere a un certo modello di comportamento: flessibilità, entusiasmo, positività, eccetera.

Non solo li si obbliga a spostarsi da un posto all’altro, da un lavoro all’altro, e così via, ma addirittura si esige che questi cambiamenti siano affrontati con il sorriso sempre stampato in volto e con incessante gioia di vivere. E invece c’è gente di 35 anni che vuole dare il suo contributo alla società, senza essere costretta a essere “giovane” in questa accezione iper-vitalistica e cocainomane. “Trasloco” vuole dare voce a questi malcapitati.

Che cosa vi aspettate dalle date italiane del vostro tour?

Ci aspettiamo che le persone ascoltino il nostro concerto. Fortunatamente in Italia e in Europa ci sono ancora posti in cui si ascolta la musica. Questo non dobbiamo mai darlo per scontato. Chi organizza questi concerti lo fa sempre con grande impegno e con grande passione, e merita tutta la nostra stima.

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

Nel disco si possono ascoltare diversi strumenti. Io (MS) mi sono occupato della chitarra classica ed elettrica, e della slide guitar , Elvina suona invece l’autoharp, una sorta di arpa automatica tipica della musica country. C’è poi il contrabbasso, suonato da Joe Rehmer, la fisarmonica di Federico Gili, i fiati (flauto, clarinetto) eseguiti da Dan Kinzelman. Tranne l’elettrica e la slide guitar, si tratta di strumenti acustici. Non ci sono percussioni né batteria, senza che vi sia in questa scelta alcun intento persecutorio verso la categoria dei percussionisti.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?

Il mio gruppo indipendente italiano preferito (MS) sono i Contradamerla, un gruppo strumentale marchigiano. Li consiglio vivamente. Nella mia regione d’origine c’è una forte scena musicale, e molti gruppi validi. Ci sono in particolare autori che ancora mirano a scrivere delle belle canzoni, spesso riuscendovi. Oltre a Espada e Barry Says Hi, i quali hanno scritto due brani per il nostro cd, vorrei menzionare The Soul Sailor e Andrea Tocci.

Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?

Per Elvina Pinto, “Love me tender” di Elvis. Per MS, “Comunque Bella” di Lucio Battisti, una delle più grandi canzoni italiane. Il terzo brano, valido per entrambi, è “Something Stupid”.

 

 

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