Due anni dopo Sacra Massa, che aveva colpito nel segno grazie a sei canzoni oscure e cattive, tornano i NoN, questa volta con un lp intero, Sancta Sanctorum. L’energia oscura e potente della band trova uno sfogo all’interno di dieci canzoni distorte e molto influenzate dalla parte più buia della new wave.
NoN traccia per traccia
Dopo la canonica (in tutti i sensi) introduzione di Sancta Sanctorum, si parte con il cinismo e l’ira di Bukowski piange. In un pezzo molto NoN, si alza fin da subito il volume e il livello dell’aggressività, tra riferimenti all’omonimo scrittore e drumming e chitarre molto rumorose. Tutto il mondo sotto un sasso al contrario rallenta un po’, ma si fa anche più minacciosa e tagliente, con tamburi di guerra a tenere il filo del discorso.
Maggiori dosi di dark wave, italiana e straniera, invadono le strade di Così felice, nostalgica nel sound quanto è diretta nel percorso. La tela del ragno parte in modo molto determinato, portando l’assalto in una direzione ben precisa fin dalle prime battute. Come l’ombra è una doppia citazione, dal Trio Lescano che la scrisse e da Bertolucci che la utilizzò ne Il conformista. La qualità della resa in chiave dark e con il drumming a sottlinearne le architetture ha consentito alla cover di diventare singolo.
Ancora resto riparte a tutta forza e colpisce. Più variegati modi ed effetti di Sostanza, quasi una suite che prevede l’intervento a testo e voce di Luca Barachetti (Barachetti/Ruggeri, ex Bancale). Più rapida, sussurrata ma anche molto drammatica Reti e pareti. Il disco si chiude con l’angosciante progressione de La Paura. Difficile decidere se farsi trasmettere maggiore ansia dal riff di chitarra o dal monotono vibrare del basso.
Chi cerca un disco pieno di speranza e buoni sentimenti ha sbagliato decisamente indirizzo. Ma la carica e l’intelligenza dei NoN si confermano in questo disco oscuro e ribollente. Forse, rispetto all’ep, la band ha fatto qualche passo di lato, risultando alla fine più diretta e meno magmatica. Ma la qualità del tutto è talmente alta che è sufficiente a eleggere la band nell’élite dell’indie italiano.

