Uscirà l’11 novembre prossimo il nuovo disco degli Omosumo, il combo che vede a confronto Angelo Sicurella, Roberto Cammarata e Antonio Di Martino. Il trio aveva già colpito nel segno con il precedente Surfin’ Gaza (che avevamo recensito qui), ricco di temi importanti e di sonorità originali.
Omosumo traccia per traccia
Dopo la breve introduzione strumentale di Madre Blu, ci sono i loop di In cielo come gli angeli, che mette sul piatto robusti giri di basso insieme a voci filtrate e a una costruzione per la maggior parte sintetica che si muove dal post rock all’elettronica lasciando impressioni molto eteree. Anche Un po’ di te sussurra, gioca con i ritmi, alterna vuoti e pieni, suggerisce linee melodiche alternative.
Il cantato di Poco prima di andare fa pensare a Iosonouncane (oppure all’ultimo Battisti), ma come al solito il trio ha un’interpretazione del tutto personale del concetto di ritmo, rimescolando continuamente le carte. Sei rintocchi di campane si avviluppa attorno al basso di Dimartino: la base è quella del blues elettrico, nemmeno troppo stravolto da escursioni elettroniche, in questo caso.
Tornerà la polvere si propaga a partire dal titolo (un po’ alla John Fante) per un synth pop moderato e tenuto a volumi e ritmi più che ragionevoli. Forse no sorprende con un’apertura quasi a cappella, doppiata poi da ritmi elettronici ossessivi. Sui tramonti di Seth fa chiari riferimenti all’electro indie degli anni Novanta, ma qui e là nasconde e rivela attinenze con la psichedelia, per il pezzo più ambizioso ma anche più emozionante del disco. Si chiude con Sulle rive dell’est, che completa i concetti del pezzo precedente e che si rivela acida e ambigua.
Un lavoro con buone percentuali di complessità per gli Omosumo, che si confermano poco propensi a scegliere le strade rettilinee. La voglia di sperimentare è temperata da una maggiore incidenza dei testi, in questo caso. Conferma di alto livello per Dimartino e compagni.
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