Con Up and Down, Ornella Sabia racconta il contrasto tra la frenesia della città e un mondo emotivo più lento e vulnerabile. Roma diventa il simbolo di questa tensione: luminosa e feroce, capace di accendere e schiacciare allo stesso tempo. In questa intervista l’artista parla di solitudine urbana, ispirazioni cinematografiche e anticipa il concept album previsto per il 2026, un viaggio notturno dalla caduta alla rinascita.
Roma, con la sua grandezza e la sua solitudine, sembra attraversare la canzone come un’ombra. Quanto il tuo vissuto urbano ha influenzato la scrittura di Up and Down?
Up and Down nasce proprio da quel periodo in cui vivevo un conflitto fortissimo tra l’essere super produttiva, sempre “sul pezzo”, al passo con il ritmo frenetico della città e avere dentro un tempo emotivo completamente diverso. In altre parole, tra lo stare “up” fuori e il sentirmi “down” dentro.
Roma in questo mi ha influenzato tantissimo. È una città a cui sono profondamente legata, ma è un amore tormentato: la sua bellezza è così immensa che a volte ti schiaccia, ti fa sentire minuscola. E se ti ritrovi qui a ricostruire una vita dalle macerie di un addio, quella grandezza pesa ancora di più. Però Roma è anche questo: un luogo dove il passato e il presente convivono. Non a caso è la città eterna…
Hai parlato di alienazione come di una condizione condivisa: credi che la metropoli oggi amplifichi la solitudine o la renda più sopportabile?
Entrambe le cose. Nel brano dico: “La mia disperazione è uguale alla tua? Siamo tutti e non siamo nessuno”. La metropoli ti porta inevitabilmente a confrontarti con migliaia di persone, tutte diverse, ognuna con i propri dolori, sogni, progetti… Ti fa sentire una x in un oceano di x. Però, paradossalmente, è proprio quel sentirsi parte di uno stesso oceano a farci sentire meno soli. Soli sì, ma soli insieme.
Magari si scopre, imparando a guardare l’altro, che la mia disperazione è, in fondo, uguale alla tua. Detto questo, fuori dalla poesia, vivere nelle metropoli oggi è complicato. Diventa più facile, e più stimolante, se hai una buona stabilità economica. Ma in Italia, nonostante i discorsi sull’occupazione, il tasso di povertà è molto alto, e spesso le grandi città si trasformano in gabbie: le periferie si affollano, chi può scappa altrove, magari torna al Sud, nei piccoli centri, che però hanno altri problemi.
I neon, i riflessi sui vetri, la notte: elementi visivi molto cinematografici. Ti ispiri a film o autori visivi quando scrivi?
Mi fa piacere che questa caratteristica della mia scrittura sia stata colta, perché è un aspetto a cui tengo molto. Mi piace essere molto cinematografica quando scrivo, scrivo sempre per immagini. Da appassionata cinefila, sì, la settima arte è fonte di grande ispirazione per me. Nel disco che uscirà nel 2026 ci saranno due canzoni con due riferimenti espliciti a due grandi registi: Sergio Leone e Martin Scorsese. Non vedo l’ora di farvelo ascoltare.
L’esperienza dell’“invisibilità” è molto presente nei tuoi testi. Pensi che la musica sia un modo per rendersi visibili o per accettare l’invisibilità?
Sì. Purtroppo, io raramente mi sento davvero vista: spesso ho la sensazione di non esistere, di essere un po’ invisibile. La musica, invece, è il mio modo di affermarmi, di dire: “Ehi, ci sono anch’io.” Mi dà una voce che nella vita quotidiana, a volte, non riesco a usare. Una mia grande fragilità è proprio questa: desiderare di essere riconosciuta per ciò che sono davvero, non per quello che dovrei essere o per come gli altri immaginano che io sia. Siamo uno, nessuno e centomila, diceva qualcuno, e nelle mie canzoni, finalmente, sono “una”: la versione più autentica di me.
Ci puoi anticipare qualcosa sui progetti futuri?
Come ho spoilerato prima, nel 2026, credo intorno a maggio, uscirà il mio primo album. È un viaggio notturno, si parte da mezzanotte e si arriva all’alba, dal buio dell’abbandono alla luce della rinascita. Sarà un concept album in piena regola: i brani saranno collegati, quasi come capitoli di una stessa storia, con atmosfere che si richiamano e momenti che si rispondono tra loro. Dentro ci saranno anche alcuni dei miei singoli già pubblicati, come Tira e Molla e Come un libro aperto, ma in una veste nuova. Credo sarà davvero un bel viaggio. Quindi… iniziate pure a fare i biglietti.

