Le Ragazze Corrono è il nuovo singolo di Ennio Salomone. Il brano è il primo tassello di quello che sarà il suo prossimo album in uscita nel 2026. Lo abbiamo intervistato.
Le ragazze corrono può essere letto anche come una metafora della vita stessa: fuggire, cercare, rialzarsi. Ti riconosci in questa corsa?
Mi riconosco nell’esaltazione della vita stessa, quella che ti forma, ti plasma o si lascia plasmare. Le ragazze corrono è per me un piccolo canto liberatorio, fatto di paure, incertezze e forza di volontà, in cui tento di essere osservatore imparziale. Ma alla fine, palesemente, finisco per proiettarci dentro tutte le mie debolezze.
C’è un verso del brano a cui sei particolarmente legato o che riassume meglio il senso della canzone?
Probabilmente la frase che più riassume il senso della canzone è: “Ed io non so come difendermi dal fuoco amico”; perché è proprio in quei versi che mi rendo conto di come il passato e i ricordi possano trasformarsi da porto sicuro in macigni irremovibili.
Hai partecipato anche alla scrittura o alla regia del video, oppure ti sei affidato completamente alla visione di Giuseppe Campo?
Prima di girare il videoclip ci sono stati giorni intensi di fase preparatoria. Con Giuseppe Campo ci siamo confrontati tante volte sul taglio che volevamo dare al lavoro. Abbiamo scelto i luoghi, le inquadrature e gli orari in cui girare, quelli con la luce più suggestiva, prevalentemente la mattina alle 5:00 e il pomeriggio alle 18:00. Ma la firma d’autore l’ha messa naturalmente Giuseppe, che con le sue idee, il suo intuito e il montaggio ha reso il lavoro, a parer mio, unico.
Come hai scelto le location? C’è un luogo del video che ha per te un significato personale?
Abbiamo scelto di girare il videoclip in Sicilia, tra Sciacca, Menfi e Caltabellotta, tra mare e montagna. Conoscevamo alcuni dei magnifici scorci che fanno parte del video, altri invece li abbiamo scoperti durante la “ricerca”. Molti di quei posti fanno parte della nostra infanzia e in qualche modo abbiamo voluto rendergli omaggio.
C’è una canzone del tuo repertorio che consideri “sorella” di Le ragazze corrono?
In realtà no. Le ragazze corrono è per me l’inizio di un percorso che culminerà con l’uscita del nuovo disco (di cui la canzone farà parte). Probabilmente troverà il suo senso compiuto quando sarà in fila in mezzo alle altre.
Oggi molti artisti si raccontano sui social. Tu che rapporto hai con la dimensione digitale e con il pubblico online?
Nonostante sia spesso sui social, porto dentro di me sempre una leggera diffidenza nei loro confronti. Io amo ascoltare i dischi, colleziono 33 giri e il mio album preferito è Atom Heart Mother dei Pink Floyd, la cui traccia omonima dura quasi 24 minuti. La velocità con cui tutto si consuma in rete un po’ mi spaventa e ogni tanto ho paura di finirci dentro anche io.
Se non fossi diventato musicista, cosa pensi che avresti fatto nella vita?
Da piccolo avrei voluto fare l’etologo, poi il detective privato e intorno ai 16 anni il contadino. Volendo sono ancora in tempo!
