Ventitré anni e molti progetti aperti: Luigi Monteanni e Matteo Pennesi fanno parte di una band (i Tetuan), hanno aperto un’etichetta (Artetetra) ma hanno anche un progetto elettronico, Babau, che ha di recente pubblicato il proprio secondo ep, Papalagi.

Elettronico sì, ma fino a un certo punto: nell’ep confluiscono infuenze di world music, ambient e di “post rock da cameretta”, come lo chiamano loro.

La traccia di apertura è Palo Majombe, che si muove in modo inquieto su panorami di chitarra psichedelica e di percussioni ripetute.

Anche più inquietante Faus, che ci accompagna in un’escursione boschiva, con uccellini che cinguettano e uno sciamano che evoca rituali in lingue incomprensibili e con voce gutturale.

Atmosfere più serene in Ila ‘no Kuaili, che si imposta sull’utilizzo delle percussioni e di un fluire morbido e sommesso, benché anche in questo caso emergano voci indigene ad aggiungere altri lati d’interpretazione.

E con la voce di Salma Hayek intervistata da David Letterman a fare da guida, si chiude il discorso su Palma Hayek, in questo caso morbida e liberatoria.

L’ep è un viaggio (e con le metafore originali per oggi siamo a posto) attraverso continenti e pensieri differenti, cercando di staccarsi dal suolo per contemplare orizzonti di altro tipo. Ma senza mai perdere di vista quelli che rimangono i propri orizzonti, e la propria evoluzione personale.

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