Nato a Umbertide, in provincia di Perugia, ma ormai residente a Londra, Paul Pedana pubblica il proprio nuovo album Ex-Human. Alle spalle ha esperienze con band come gli Anthropos, nonché svariate esperienze dal vivo anche all’estero. Il nuovo disco vede gli arrangiamenti interpretati da un quartetto d’archi al Sound Studio Service e mixati da Marco Capaccioni, insieme a Paul. Altro importante contributo al disco è quello del master, realizzato da Giovanni Versari a La Maestà Mastering.
Paul Pedana traccia per traccia
Si parte da All These Rubbles, con ritmiche rock ma evidentemente influenzata anche dall’alternative “da classifica”. Richiami ai Muse e a gruppi consimili sono piuttosto evidenti, influenze che risultano molto chiare anche nelle dinamiche di Psyborg. Al contrario The Hummingbird parte dal pianoforte e adotta un vestito chiaramente melodico, con l’ausilio degli archi.
Si rimane in ambito chiaramente mainstream anche con Ellie The Alien, altro pezzo estremamente melodico. Né si cambia stile con la seguente Silence. Come In riesce nell’impresa non indifferente di rallentare ulteriormente il ritmo. Anche Kate, qui in versione “remastered”, propone un ritmo da ballad ariosa.
Un po’ più di movimento e una struttura a più livelli è quella proposta da Pay, che si avvantaggia di un drumming questa volta pungente. Con Hello Sweet World si torna subito a sentimenti struggenti. Pianoforte e voce sono le architravi su cui è costruita la soffice Dreaming. My Lovely Lonely Place invece sceglie la chitarra classica. La chiusura del disco è affidata a Suave, ultimo pezzo morbido con qualche percentuale di oscurità in più.
Qualche abuso del falsetto e molta (a volte troppa) vicinanza con il pop da classifica: detto questo, il disco di Paul Podesta mette in evidenza buone capacità di scrittura. Il risultato è un disco plastico e spesso di buon impatto.