Il debutto della cantante britannica Rachel Geary arriva con Unfiltered, un brano che mette al centro il rapporto tra identità personale e rappresentazione digitale. La canzone introduce un percorso artistico che riflette sulle fragilità generate da un’esposizione costante, osservando come l’autostima possa essere condizionata dai meccanismi dei social media. La scrittura punta a restituire un quadro umano e diretto, con uno sguardo rivolto alla complessità emotiva dell’era contemporanea.
Il tema dell’identità e dello sguardo digitale
La costruzione del pezzo ruota intorno alla tensione tra autenticità e percezione esterna. Le immagini evocate dalla narrazione mettono in evidenza la difficoltà di mantenere una definizione stabile di se stessi quando il confronto pubblico diventa quotidiano. Il brano dà voce a una protagonista che si muove tra desiderio di mostrarsi e necessità di proteggersi, trovando nella musica uno spazio possibile per rielaborare una condizione condivisa da molti.
Il videoclip e la resa visiva del racconto
Il videoclip diretto da Andrea Ferrante traduce questo conflitto in una sequenza visiva essenziale. La regia alterna primi piani e inquadrature più distanti, ponendo in evidenza la frattura tra interiorità e immagine pubblica. Una fotografia morbida accompagna l’evoluzione emotiva della protagonista, mentre la scelta di un’estetica priva di artifici guida l’osservatore lungo un percorso segnato da attese, sospensioni e ripensamenti. L’ambientazione del Club 1799 di Acquaviva delle Fonti sostiene l’atmosfera del racconto, legandola a uno spazio definito e riconoscibile.

