Gli Emily Sporting Club debuttano con un disco che è anche un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, mai dimenticato scrittore di Correggio e una delle voci fuori dal coro dell’Italia negli anni ’80. La band è nata nel 2013 dall’incontro tra la bassista Elisa Minari, il cantante e autore dei testi, Nicola Pulvirenti, Silvio Valli alle chitarre e Alfredo De Vincentiis, batterista e responsabile delle registrazioni dell’album.
Lo spunto nasce proprio dal romanzo Altri Libertini. Non si tratta però di una riduzione in musica dell’opera ma di una creazione che unisce citazioni a testi e brani originali, quindi più uno spunto, una fotografia che può essere astratto dalla vicenda particolare e dall’epoca, e un esempio è Hangover, un racconto di viaggio.
Emily Sporting Club traccia per traccia
Si parte da Postoristoro, e si parte con testi senza ipocrisie e senza filtri, come si conviene a un omaggio a Tondelli. Nel bar della stazione in cui si incrociano le storie, c’è un ritmo ambiguo e insinuante, con qualche suono di origine new wave. Ambiguità di fondo anche in Emily Sporting Club, con suoni che possono riportare all’epoca dei Joy Division, benché il testo parli di musicisti di altra estrazione.
Molta intensità e onde sonore in salire per Piedi inversi, rumorosa e vibrante soprattutto nel finale. Con Boy si passa ad ambienti moderatamente elettronici e a un cantato (in inglese) più vicino al pop, con un finale affidato alla chitarra. Del lavoro, invece, parte dal basso, inteso come quattro corde, per disegnare tracce veloci che si fanno sempre più tirate nel corso del pezzo.
La già citata Hangover funziona a stop and go, tra momenti molto rapidi e attimi più rallentati ma non meno frenetici. Si torna all’inglese con 2Mars, mentre ci sono memorie di Karftwerk nel titolo di Autobahn, che però si muove ancora più vicino a discorsi new wave, resi però più acidi da certi giri di chitarra e basso. Si chiude con Più di così, recitato su testo di Tondelli, con un sonoro ancora acido e quasi funky.
Ottimo debutto, pregno di significato ma anche ricco di buone scelte sonore, per gli Emily Sporting Club. La sfida che attende la band è quella di mantenere alto il livello di ispirazione anche uscendo dall’ombra, lunga e complessa, di Tondelli.