Il trio catanese Locomotif, dopo una pausa di oltre 2 anni, ritorna sulle scene con Be2. Dopo l’esordio di Twimog (per Irma Records), la band composta da Carmine Ruffino, Federica Faranda e Luca Barchitta torna con dieci tracce di pop-rock elegante e leggermente elettronico.
Locomotif traccia per traccia
Si parte da Waste, che introduce al pop morbido ma ben rifinito dell’album e della band. Si rimane su atmosfere leggere, quasi velate, con la più tranquilla Blood Spread, mentre Be Due, una quasi title track, si affaccia con qualche battito sintetico e poi allarga le prospettive con sonorità piuttosto eteree. Un’imprevista coda finale punta quasi allo psichedelico.
Atmosfere, è quasi d’obbligo dirlo, rarefatte quelle di Air is not enough, in cui la voce di Federica emerge in pieno. Più ricche le sonorità del primo singolo 30 Trains, che ha una struttura accattivante e ben delineata.
C’è molta leggerezza meditata anche in Tell your eyes, articolata su una specie di risacca vocale, mentre Two Drops and Sea si affida a un loop di tastiera per un ritmo più animato e per soluzioni più strutturate. Love is Over indugia su pensieri negativi e malinconie elettroniche, mentre Sailing Boat apre le vele e conduce su orizzonti più vasti. Si chiude con lo strumentale “calvinista” (nel senso di Italo) Lezioni americane, incentrate sul pianoforte all’inizio, e poi spostate su idee molto più elettriche con il procedere del brano.
Be2 è un disco che suona in modo molto levigato, maturo anche se non pesante, anzi proprio il contrario: i Locomotif riescono a camminare a pelo d’acqua bagnandosi appena e a costellare l’album di piccoli gioielli pop.
