massimiliano martinesCiclo di lavaggio è il terzo lavoro discografico di Massimiliano Martines: con importanti esperienze nell’ambito del teatro e della poesia, Martines ha scelto la musica come proprio mezzo espressivo principe. Con questo disco si è rinsaldato il rapporto con il produttore artistico Vince Pastano, coadiuvato da Antonello D’Urso e Max Messina, fondatori della Liquido Records.

Dieci le tracce che compongono il nuovo album, che si contraddistingue per suoni concentrici e ipnotici, al limite tra cantautorato e post-rock, con testi altamente evocativi e in grado di esprimere ossessività introspettiva, solitudine e uno sguardo caustico sul presente.

Massimiliano Martines traccia per traccia

Si parte con una dichiarazione importante: Amo le novità è un blues-rock sporco e “pesante”, ambiguo e vizioso, con un cantato che più che altro è recitato (con qualche rimembranza del Ferretti epoca CSI, ma più oscuro). L’inquietudine non se ne va neanche con Tutto Uguale, ma la voce si fa leggermente più morbida, affondando in un giro ipnotico, prima di una risalita rapida che sa di esplosione.

Perla nera si immerge in atmosfere più gentili e malinconiche, la voce si fa sussurro, mentre la chitarra assume il controllo. Si rimane su toni simili con La Polvere, mentre La Scatola e l’Inganno adotta un testo da filastrocca per affidarsi a sonorità affilate e minacciose (e a un filo di satira politica).

La title track Ciclo di lavaggio parte piano, ma presto fa vedere di che pasta è fatta e mette drumming e chitarre in primo piano. Atmosfera particolarmente drammatica quella de La Guerra dei Fiori rossi, che mette insieme alcune delle esperienze più atroci della storia dell’umanità, come Auschwitz e i metodi dell’educazione infantile in Cina, narrati nell’omonimo film di Zhang Yuan.

Clima appena più leggero ne I colori dell’autunno, almeno alle prime battute: il tono intimo lascia però presto spazio alla collera e al risentimento elettrico. A proposito di elettricità, non si tira indietro Mi sto preparando, furente e dolorosa. Storie di autolesionismo mentale riempiono il discorso di Sogni neri, che chiude il disco.

Disco molto consistente, Ciclo di lavaggio mette in evidenza qualità piuttosto variegate di Massimiliano Martines, in grado di utilizzare registri diversi per canzoni anche molto distanti per spirito e concezione. Convince anche la scelta delle sonorità, in grado spesso di scavare a molto fondo.

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