I Redeem pubblicano Awake, terzo disco in studio della band, ma anche il primo disco registrato con il bassista Alessio Piazza. Il disco si compone di dodici pezzi di rock diretto e aperto, con qualche influsso pop qui e là ma senza troppi compromessi.
Redeem traccia per traccia
Si chiama Insanity la prima traccia dell’album e ci tiene a far sapere all’ascoltatore che non ci saranno molte pause nel sound e nel beat dei Redeem. Leggermente meno diretta, ma poi neanche tanto, Chanson d’amour, che comunque finisce per picchiare forte e occupare le casse con vibrazioni e risonanze.
The Last Goodbye, come suggerisce il titolo, ha un approccio più melodico, ma i ritmi rimangono alti e la tensione del disco non si abbassa. Guilty mescola le idee e si muove in un mood tra spensierato e aggressivo, un po’ al modo dei Killers.
Ecco quindi Awake, la title track, altro pezzo da corsa con scalate improvvise e ulteriori accelerazioni sparse, fin quasi ad arrivare ai confini del metal più “pop”. Beautiful day si converte a toni da ballad, anche con qualche accenno di falsetto, ma non è il pezzo migliore dell’album.
Con La Luna il gruppo sceglie l’italiano per il testo, costruendo un pezzo dalla struttura mobile, con il drumming in buona evidenza. Influssi post grunge, zona Bush, sono piuttosto evidenti in The Riddle, che torna all’inglese e a modi ruvidi. Modi che piacciono anche alla seguente Borderline, in grado però di regalare anche suoni più scintillanti e ritmi più morbidi.
Alter ego sceglie strade più vicine al nu metal, correndo e picchiando di giustezza. Si arriva così al Judgement Day, che in sostanza chiude il disco, visto che a seguire c’è soltanto una versione acustica di The Last Goodbye. Anche in questo caso si pesta di brutto, soprattutto facendo leva su un drumming composto ma furibondo.
Prova senza troppi fronzoli per i Redeem, che all’interno del disco stipano i suoni più robusti di cui dispongono, senza per questo perdere di vista linee melodiche e una certa freschezza di fondo.
