Croissant è il nuovo singolo del cantautore torinese Rudy Saitta. Una hit estiva fresca e malinconica allo stesso tempo che narra di un’amore finito in maniera dolciastra, tra ritmi indie caraibici. Questo il risultato della nostra chiacchierata.
“Croissant” è il tuo nuovo brano, da dov’è nata l’idea di un singolo da “colazione”?
L’idea di questo titolo nasce dal fatto che la canzone è ambientata a Parigi, e il croissant rappresenta appieno la Francia e di conseguenza la sua capitale. La canzone parla di un amore finito ma non del tutto dimenticato.
L’incendio dell’anima, che io nella canzone paragono a quello della cattedrale di Notre-Dame, è ancora attivo e nonostante tutto la vita va avanti.
La cover del tuo singolo sembra abbastanza distante da un “Croissant” vuoi spiegarci?
La cover del mio singolo è anche il mio logo. Volevo che per questa prima uscita, le persone capissero chi sono io, la copertina dunque mostra chi sono e la musica accompagna la narrazione visiva che è stata realizzata dall’illustratrice Carolina Zùniga, la quale ha riassunto molto bene in immagine il mio intero mondo.
Il brano è stato scritto insieme a un tuo amico cantautore “Il Solito Dandy”, com’è nata questa collaborazione?
È nata per caso, io ero appena tornato dal mio viaggio a Parigi e avevo scritto una bozza della canzone. Così quando Fabrizio, tornato a Torino per Pasquetta, passò a casa mia a salutarmi gliela feci ascoltare.
La sua reazione fu molto positiva e mi aiutò a finirla, quel giorno invece di fare un giro in centro scrivemmo “Croissant”.
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Pubblicherò altre canzoni, magari accompagnate da video, e spero di suonare molto dal vivo.
Cambieresti qualcosa sulla produzione del tuo singolo o in generale sul tuo percorso artistico? Se “si” cosa?
No, sulla produzione del singolo non cambierei nulla. Ho lavorato molto bene con Paolo Caruccio, il produttore, che è anche un mio amico, ci siamo divertiti molto e mi ritengo soddisfatto di ogni scelta che abbiamo fatto.
Durante le registrazioni in studio arrivava sempre qualche amico a trovarci e due di loro hanno anche inciso le chitarre (Simone Guzzino) e il basso (Davide Invena degli Est-egò). Il tutto è nato spontaneamente, lavori in corso e lo trovo unico per questo.
È stato tutto documentato tramite dei vlog che ho postato sui miei canali social (instagram, facebook, youtube) per far vedere come abbiamo lavorato e il rapporto che c’è fra tutti noi.
Riguardo al mio percorso artistico sicuramente avrò fatto degli errori in passato ma non cambierei neanche quelli, come dice Michael Jordan: “Ho fallito molte volte ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. Spero vada così anche per me.