Nuova uscita per Artetetra: questa volta siamo di fronte a uno split-tape tra Tetuan e Lay Llamas. La nona uscita di Artetetra, vede da una parte The Big Calm Sea Of The Transition, scritta, registrata e prodotta da Nicola Giunta a.k.a. Lay Llamas (synthesizer, acoustic and electric guitar, bongos, djembé, cymbal, percussions, flute) col supporto di Andrea Davì (bodhràn, bongos, drums, lali drum, indian bells) e Marco Bernacchia a.k.a. Above The Tree e Virtual Forest (vocals, lead and percussion acoustic guitar).
Dall’altra Juju e Lame Rosse, scritte dal quartetto marchigiano dei Tetuan (Cristiano Coini: basso, tastiere; Edoardo Grisogani: batteria, campionatore; Luigi Monteanni: chitarra, clarinetto; Matteo Pennesi: tastiere, synth) e registrate insieme a Manuel Kopf al Plaster Recording Studio.
Tetuan e Lay Llamas traccia per traccia
Un traccia per traccia, a dire il vero, piuttosto esiguo, visto che siamo di fronte a tre tracce totali. Si apre con The Big Calm Sea of the Transition. Nel mare di Lay Llamas navigano sonorità tranquille e pazienti. Poi emergono percussioni di carattere afro. Ma se la prima parte della traccia è molto omogenea, la seconda riserva qualche sorpresa e qualche dissonanza a disturbare il panorama.
Caratteristiche diverse quelle di Juju, primo pezzo del lato dedicato al lavoro dei Tetuan. Con una ritmica rock e sonorità che viaggiano verso la psichedelia, il passo del pezzo si caratterizza come piuttosto marcato e intenso. Più omogeneo rispetto al lavoro di Lay Llamas si rivela invece Lame rosse, altra traversata desertica. Qui le percussioni sono ragionate ma continue, e di nuovo gli aspetti psichedelici dei Tetuan emergono, pur centellinati in maniera certosina.
Buon lavoro complessivo, con tutti i limiti che può comportare uno split tape, soprattutto in termini di tempo e spazio. Emergono comunque abilità e cura del ritmo, in un album di buona portata e dalle caratteristiche interessanti.

