C’è un modo “maschile” per celebrare l’8 marzo? Forse prendendo coscienza dei molti problemi che ancora affliggono la parte femminile della società. Il primo dei quali è tuttora la violenza sulle donne.

Ne parliamo con The Lansbury, giovane trio torinese che ha scelto come tema del proprio primo singolo e video, Alba, esattamente questo argomento ancora così scabroso.

Intanto, le presentazioni: chi sono The Lansbury e perché si chiamano così?

Ciao a tutti e tutte! L’annoso problema della scelta del nome attanaglia tutte le band nascenti, ma abbiamo avuto la brillante idea di trovare un punto comune nelle tre nostre infanzie che si è rivelato essere nientepopodimeno che: La Signora In Giallo (Murder She Wrote). Lansbury è il cognome dell’attrice che interpreta la famigerata Jessica Fletcher. Ed è abbastanza fico.

The Lansbury sono: Davide Mura, chitarra sarda e voce… sarda pure quella. Andrea Carenzi in arte Oscarito, bassista lombardo, fumettista e Luigi De Rosa, batterista e scrittore campanoromagnolo ( o romagnompano se preferite ). Ci siamo incontrati nell’inverno 2016 tra piogge torrenziali e cartelloni pubblicitari che invitavano alle vacanze in Mongolia.

Al posto di prenotarci una bella Yurta abbiamo dato vita al progetto. Inizialmente eravamo orientati su un genere più radicato nell’alternative rock, come potete sentire nell’ep “Studio Session” che abbiamo registrato nel 2017. Avendo tutti e tre gusti e formazione musicali abbastanza diverse, ci siamo contaminati a vicenda virando le sonorità verso un post-rock sporcato da noise, shoegaze e altra robaccia che ascoltiamo. Alba, nella sua versione ufficiale, è un buon esempio di questa maturazione.

Alba è un pezzo molto forte, con una tematica molto attuale e di grande impatto. Ci raccontate l’ispirazione di questo brano?

Alba è stato il primissimo testo che Davide ha scritto. Nasce dall’incontro con una ragazza, di cui non faremo il nome per ovvie ragioni, che confidò a Davide quello che stava vivendo. Dalle sue parole traspariva una sofferenza forse ancora informe e non comprensibile per lei, che la portava a giustificare gli atti di violenza subiti.

Conosciamo i meccanismi complessi e radicati che si mettono in moto nelle relazioni umane e non giudichiamo negativamente una donna che, pur consapevole di ciò che ha di fronte, cerca di trovare un senso e una ragione per salvare una relazione, sia pure deleteria.

In molti e molte confinano queste situazioni con l’uso di termini come “vittima, relazione malata” non lasciando spazio al dialogo e al confronto che porti invece a una maggiore consapevolezza da entrambe le parti senza relegare chi subisce violenze all’isolamento. Per noi una nuova Alba è possibile, necessaria e la vediamo spogliata di vittimismo imposto, piena di forza, di lotta. Il nostro è un invito a cambiare rotta per demolire una cultura patriarcale che da troppo tempo ci portiamo addosso.

Anche il video mi ha colpito molto, e so che l’avete confezionato da soli o quasi. Ci spiegate anche come?

L’idea è nata, ovviamente, dalla necessità di tradurre in immagini i contenuti trattati in Alba e dalla nostra passione per il cinema. Non ci piace essere super espliciti e quindi abbiamo preferito una messa in scena meno didascalica, ma che fosse comunque chiara negli intenti e nel messaggio. Comprensibile ed esteticamente valida, ecco. Non come il bassista (ridono).

Edith Ben, un’amica attrice e danzatrice, ha subito reagito con entusiasmo alla nostra proposta di collaborazione perché anche lei affrontava, nel suo laboratorio artistico, delle tematiche simili.

Quali saranno i passi successivi per The Lansbury?

Suonare suonare suonare e poi, se capita, suonare. Ci piacerebbe far conoscere il progetto a più persone possibili, anche in vista della pubblicazione dell’ep che sarà anticipata dall’uscita di altri singoli a cui stiamo lavorando con lo studio Brutus Vox Music che ha già seguito registrazioni, mix e mastering di Alba.

Abbiamo anche aperto un progetto con il laboratorio di stampa serigrafica Zanna Dura per realizzare una fanzine illustrata che contenga i testi dei pezzi e degli scritti di Luigi che portiamo in concerto in forma di reading. Crediamo fortemente nel messaggio dei contenuti che produciamo e ci piacerebbe che arrivassero il più lontano possibile.

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