“Trust”, HLFMN: la recensione #TraKs

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Paolo Michelini, in arte HLFMN, torna ad aggiungere motivi d’interesse alla scena elettronica italiana con Trust: questo il titolo dell’ep, uscito per Bananophono Records.

Si parte, giustamente, con Initiation, perché è chiaro che per fare il proprio ingresso nel labirinto sonoro bisogna essere degni. Meglio, bisogna essere iniziati ai ritmi mescolati e barbari dell’ep, che mette a fianco, almeno in questa traccia iniziale, idee tribali e sensazioni industriali.

C’è anche la voce umana all’interno di Darkside, ma è distorta e utilizzata in modo sostanzialmente parodistico. A dominare è ancora una volta il ritmo percussivo e insistente.

Altre idee e sonorità più eteree in Three Virgins, che però non si fa trascinare troppo in alto, per evitare che le ali di cera si sciolgano. Meglio tenersi ancorati al terreno, pur facendosi tentare di tanto in tanto dagli spazi siderali.

Si chiude su Trust, la title track, che può ricordare un lamento funebre ma anche una danza, con i tratti tribali che si riaffermano a fine ep, celebrando la vittoria sull’aspetto industrial.

Per lavoro con un forte grado sperimentale è difficile tracciare pagelline e giudizi scolastici. Meglio ascoltare e seguire il percorso delle emozioni, ovunque porti. 

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