Compiuti i 25 anni di attività i Vallanzaska provano a cambiare gli ingredienti della loro ricetta. Quattordici tracce inedite compongono L’orso giallo, un disco che, fra l’altro, parla di Isis, di Trump, di lavoro, di amore, di distrazione, di musica dal vivo e di botanica.
Vallanzaska traccia per traccia
Si parte morbidi nei suoni ma piuttosto taglienti nei testi con Assessore, ritratto ridanciano di situazioni delle quali non c’è assolutamente niente da ridere. Riemergono gli istinti ska con Balla, classico saltellante con fiati e buone dosi di disimpegno.
Sentimenti apparentemente simili in Easy, che in realtà parla di terroristi islamici, ma fra sonorità ironiche opportune a sdrammatizzare un po’. Ladri di cani accelera i ritmi, mentre con Dubai si rallenta di nuovo, con un pezzo ironico e insinuante in inglese, con pronuncia un filo parodistica e con retrogusti un po’ Frank Zappa.
C’è un po’ di inglese anche all’inizio di Special, probabile omaggio al quasi omonimo gruppo, tra i fondatori dello ska. Un attimo di pausa melodica con Butterfly, e poi via di corsa (moderata) con Quando è gatta: si parla di erba, di varie tipologie e disponibile per vari usi.
Problemi di macchie che non vanno via in ambienti western si dipanano in Soia, seguita da Io non c’entro, a tema vario, ma con ben presente la tematica dello scaricabarile. Una sorta di resa si fa registrare in Io non pogo più, ma i ritmi sembrano contraddire le “buone” intenzioni espresse dal testo.
Dopo Sei qui, pezzo interlocutorio, ci si allarga un po’ nei ritmi morbidi di Ragazzo distratto, colorata da citazioni da I Corvi e dal loro Ragazzo di strada, nonché da altri “capisaldi” della canzone italiana. La chiusura è riservata a Donald Trump, con una lezioncina di storia (contemporanea e futura): in estrema sintesi, i Vallanzaska non sembrano proprio ottimisti sul futuro del mondo nelle mani dell’attuale presidente degli USA.
Un disco divertente e ispirato, quello dei veteranissimi Vallanzaska. Gli ingredienti sono cambiati (ma soltanto un po’) ma per fortuna non manca l’ironia nelle quattordici tracce de “L’orso giallo”.
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