Con una grande passione per gli anni Settanta, i napoletani Whiskeycold Winter hanno pubblicato un ep da quattro canzoni, Cosmic Hangover. Li abbiamo intervistati.
Come è nato il progetto Whiskeycold Winter?
Gli Whiskeycold Winter sono nati informalmente intorno al 2009 (tempi del liceo), quando io, insieme a Emanuele (basso e voce) e all’allora batterista Bruno Lucrezi iniziammo a vederci per giocare con i classici del rock anglo-americano. Iniziammo in forma di trio, proponendo cover, in parte rivisitate di band come Lynyrd Skynyrd, Creedence Clearwater Revival e Rory Gallagher.
Dopo un breve trascorso da cover band venne quasi automaticamente la voglia di proporre materiale inedito. Registrammo le prime demo-tapes orientandoci verso sonorità più tendenti al Southern e all’Hard rock. Dopo l’ep Blackwater and Clearsmoke incontrammo Pietro (chitarra), che entrò a far parte dell’organico, passando da tre a quattro elementi.
Da lì iniziamo a dirigerci verso quelle che sono le sonorità di oggi. I generi a cui ci ispiriamo sono per lo più di derivazione “settantiana”: parliamo quindi di rock blues, southern, hard rock, folk, ma al contempo anche stoner, psichedelia, heavy rock e dintorni. L’obiettivo sarebbe quello di fondere all’interno dello stesso progetto tutte le sonorità sopra citate.
Negli anni ci sono stati vari cambi di formazione “dietro le pelli”, e il percorso è continuato prima con Antonio Papavero e poi con Roberto dietro le pelli. Questo ci porta a oggi e alla realizzazione del nuovo ep Cosmic Hangover.
Quali band hanno influenzato la vostra musica? E i vostri album preferiti?
Sono tantissime le band che ascoltiamo e che adoriamo: si va da classici del rock come Lynyrd Skynyrd, Black Sabbath, Thin Lizzy e Zz Top, ai folksinger come Neil Young sino a band più moderne come Spiritual Beggars, Pride and Glory, Monster Magnet e Graveyard, giusto per citare qualche nome. Per quanto riguarda gli album preferiti, sarebbe un impresa complessa elencarli tutti poiché ognuno di noi ha le sue affezioni e la sua collezione di dischi del cuore personali!
Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
In termini musicali siamo grandi seguaci dei generi sopra citati. Per quanto riguarda i testi, gli argomenti trattati sono abbastanza vari, e si basano fondamentalmente sulla vita e sui suoi eventi bizzarri e a tratti surreali. I temi prevalenti vanno dal legame indissolubile col territorio d’origine (noi ovviamente, essendo partenopei, ci riferiamo al Sud, ma il discorso si basa in termini generici sull’importanza delle “radici”), alla crisi delle certezze e degli “idealismi”, al culto del piacere e alla ricerca del “nirvana” sensoriale, sino ad arrivare ad argomenti più astratti come follia e ossessione, o ancora si parla delle verità nascoste e
del “controllo di massa”.
Non c’è un filone preciso, diciamo che tutto parte dalla nostra personale visione dello schizofrenico e pittoresco mondo che ci circonda e degli approcci alla vita dei suoi strani abitanti (di cui facciamo parte noi in primis)…
Mi parlate un po’ delle sonorità del vostro ep Cosmic Hangover?
“Cosmic Hangover” presenta sia un lato più “hard rock oriented” sia uno più morbido e “viaggiante”. Abbiamo provato a inserire nello stesso prodotto due diversi volti dei Whiskeycold Winter, alternandoli all’’interno delle quattro tracce che compongono l’ep. Il lato più “duro” è da ritrovare è rappresentato dalla coppia “Fishman Child”/“Doomsday roses”, quello più “onirico” da “The Shadow Line” e “Space Beggar”. L’ep ,oltre che in vendita sui vari portali online, è disponibile in free-streaming su Spotify.
Pubblicherete un album a breve?
La pubblicazione di un album è senza ombra di dubbio uno dei piani per il futuro, nel frattempo, continueremo a promuovere “Cosmic Hangover”, che è comunque “fresco” di uscita. Inoltre da Settembre prepareremo un videoclip per “Space Beggar”, una mini-sessione acustica e in più abbiamo ancora qualche piccolo progetto nel cassetto in attesa di essere realizzato .
Per quanto infine riguarda i “buoni propositi”, vorremmo avvicinarci a derive sonore più lisergiche. Come ho detto prima, siamo molto affascinati da tutto ciò che riguarda lo sconfinato mondo dello “psych rock”. Al momento l’elemento psichedelico è presente solo in parte all’interno del nostro materiale, molti pezzi sono abbastanza “tradizionali” in termini di sound, ma vorremmo rendere questa componente ben più evidente, senza però perdere di vista i punti di riferimento originari!


