Tre anime e un gruppo: Discoforticut nasce nella primavera del 2013, dall’incontro tra Discoforgia (produttore di musica elettronica, uscito su label inglesi, americane, americane, ha remixato Tame Impala, Amanda Palmer, Magellano, Thievery Corporation, OK GO e molti altri.), Ortiche (regista di numerosi videoclip musicali, tra cui Subsonica e Dot Vibes. Ha appena presentato il documentario “Avenida Maracana” girato nelle favelas brasiliane durante gli ultimi mondiali di calcio al Piemonte Movie Glocal Filmfestival e che verrà presentato ora a Milano al Festival di cinema africano e sudamericano.) e Ut! (polistrumentista e videomaker documentarista ligure).

Pare che i tre si siano trovati bene insieme: ne è dimostrazione Femmes, il primo disco: dieci tracce con musica elettronica, analogica, mista, strumentale, originale, sottratta ad altri e riverniciata in cantina, morbida, ruvida e parecchi altri aggettivi ancora.

Discoforticut traccia per traccia.

La traccia di apertura si intitola Thaquim’s Guitaer e si sviluppa su un movimento elettronico rettilineo ma soggetto a variazioni e distrazioni in quantità. Il brano procede sinuoso attraverso suoni ora morbidi ora più spigolosi, senza perdere di vista gli obiettivi iniziali.

Molto meno rilassante Justine, che ha a che fare con asperità sonore e dissonanze elettroniche di vario tipo. Meno aspra ACNAC (Rêve Du Sahara), che però, a dispetto del titolo in parentesi, magari desertica lo è anche, ma sognante pochissimo. La fase elettronica dei brani continua a essere molto scoperta ed evidente, come a voler mostrare apertamente i meccanismi.

Sabrijna procede su ritmi moderati, alla ricerca di atmosfere piuttosto vintage, ma di decenni indefinibili, né troppo lontani né troppo vicini. Il sentimento è pop, almeno quanto quello di Girls of Summer, improbabile rilettura stravolta di un brano di Sabrina Salerno, già pubblicata come singolo.

Il discorso ACNAC si riprende con ACNAC (Tundra Repaint), aggressiva sulle prime e poi più moderata e modulata ma con un senso di inquietudine vibrante sempre presente sullo sfondo. Altra doppietta di canzoni in arrivo con Iris in the bed, cavalcata su chitarra acustica qui offerta in versione live, e Iris Out of Bed, che ha caratteristiche radicalmente diverse ma un mood piuttosto lieve, pur contando su percussioni piuttosto sonore e profonde. La discussione si dilata in un brano che raggiunge le dimensioni di una suite da oltre nove minuti.

Altra citazione/cover pop è quella di Sixamyth, che “se la prende” stavolta con il duo Pezzali/Repetto e il riff di Sei un mito, che qui assume dimensioni del tutto evocative ed eteree, dilatandosi a dimensioni che gli autori originali probabilmente mai avrebbero immaginato. Si chiude con Velvet Aarua, tracciato con chitarra acustica e chiacchiericcio riguardante Torino, che riesce nel chiudere con serenità un disco che ha vissuto fasi molto differenti.

Gli elementi frullati e rimescolati nell’album finiscono per restituire un tutto organico dai colori spesso brillanti, con il lusso di prendersi qualche divertissement, innocente ma non troppo, ogni tanto. Discoforticut è un connubio che suonerebbe perfetto per una colonna sonora di un film intelligente ma anche divertente, con suoni plastici e immagini a vari livelli di interesse.

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